MILANO. Che donne e uomini siano diversi anche nel modo in cui reagiscono ai farmaci non è una novità. Adesso però è più chiaro come ciò accade nel Parkison, che colpisce il doppio degli uomini, ma provoca più effetti collaterali al sesso femminile con i farmaci. È quanto emerso dal convegno organizzato dall'Istituto Neurologico Besta di Milano e la Regione Lombardia 'Tutta cuore e cervello - Parkinson: le donne non tremano'.
In particolare tra le donne è tre volte più frequente la comparsa dei movimenti involontari che costituiscono gli effetti indesiderati della levodopa, il farmaco più usato per tenere sotto controllo i tremori tipici della malattia. Nei maschi sono più colpite le capacità di comprensione e di ragionamento, mentre nelle donne sono più frequenti ansia e depressione e sono anche più gravi le ricadute sociali, perchè perdono anche il ruolo all'interno della famiglia. «La maggiore frequenza degli effetti collaterali dei farmaci - spiega Barbara Garavaglia, direttore dell'Unità di neurogenetica molecolare del Besta - è una conseguenza del limitato numero di donne coinvolte nella sperimentazione clinica di nuove terapie, che porta a non conoscere tutte le conseguenze dell'uso dei farmaci in entrambi i sessi».
Le terapie agiscono in maniera diversa sulle donne perchè pesano di meno e quindi nel loro organismo i principi attivi sono più concentrati e hanno effetti superiori, talvolta indesiderati. Di Parkinson dunque le donne si ammalano meno, e generalmente un pò più tardi degli uomini, ma con problemi più gravi. La maggiore resistenza del genere femminile è dovuta alla funzione protettiva degli ormoni femminili, gli estrogeni, che prevengono la distruzione dei neuroni che producono la dopamina, indispensabile per controllare i movimenti del corpo, senza tremori. Il trattamento con la stimolazione cerebrale profonda con elettrodi per ridurre il tremore è più efficace sulle donne.
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