Facebook, da oggi negli Usa si può nominare un erede a cui lasciare la gestione del «profilo»
PALERMO. Non si può decidere della vita, se finirla o continuarla, ma a chi lasciare post mortem il prezioso profilo facebook già da oggi si può, almeno in Usa. Ai figli, ai nipoti, diviso in parti uguali, oppure azzerarla - quella montagna di ricordi e pezzi di vita sociale - e in quel caso va comunicato in anticipo al gestore. Si chiama «Legacy contact» (contatto erede) ed è il nuovo servizio offerto da Facebook, subito negli Stati Uniti e poi sarà allargato a tutto il resto del mondo. Un servizio che vuole affrontare il tema molto discusso e mai risolto dell'eredità dei dati digitali e, nel farlo, cerca di dare un senso al vuoto che si crea quando muore un iscritto al social più popolare del pianeta. Grazie a queste nuove funzioni ogni persona «profilata» può decidere - se vuole - cosa sarà dopo la morte della sua pagina, le foto, le note, articoli, link e post. E potrà farlo decidendo di scegliere un gestore del sito, il suo erede, il suo successore per il tempo in cui non ci sarà più. Una persona della famiglia o no, che si occuperà di entrare nel profilo e di modificarlo secondo la sensibilità del tempo a venire o secondo i ricordi ereditati. Potrà rispondere alle richieste di amicizia in nome dello scomparso o eseguire le disposizioni date dal defunto titolare del profilo. L'erede digitale non ha comunque facoltà di essere invasivo e non potrà entrare nel mondo privato del defunto. Non si potrà mettere al suo posto (si chiama «loggare»), non potrà essere a tutti gli effetti la persona che è venuta a mancare. E quindi non potrà visualizzare e leggere i messaggi privati che il defunto ha scambiato con i suoi contatti mentre era in vita. Se il profilo viene reso commemorativo, inoltre, la scritta remembering, «in ricordo», comparirà sopra il nome della persona scomparsa. Ma non solo: l'utente potrà anche impostare un'opzione che cancella definitivamente il profilo in caso di morte, e in questo caso, «una volta che ci sarà comunicato il tuo decesso - spiega il social network rivolgendosi al futuro morto - nessuno potrà più vedere il tuo profilo». Per configurare il «Legacy contact» basterà andare nel menu impostazioni, scegliere la sezione sicurezza e cliccare, naturalmente con facoltà di modificare le scelte in qualsiasi momento. Un vero e proprio social-testamento, che va incontro anche a casi pure accaduti e irrisolti di utenti deceduti con famiglie in attesa di conoscere dati importanti chiusi in facebook e irraggiungibili. E talvolta anche casi dolorosi, perdite di notizie vitali per coloro che restano. Facebook, ascoltata l'istanza mondiale, apre al post mortem. Se l'utente è americano (gli italiani dovranno aspettare) si sceglie dunque un «contatto erede», un amico o un familiare che deciderà cosa fare dell'identità virtuale: l’erede oltre che trasformarla in un profilo remembering potrà anche cancellarla e, se l'utente l'avrà esplicitamente richiesto da vivo, altre persone potranno continuare a visualizzare i contenuti del defunto e postarne di nuovi nella sua bacheca. Come si diceva, tranne leggere i messaggi privati, il «contatto erede» potrà fare tutto, modificare la foto del profilo, accettare nuove amicizie per esempio di parenti che vorranno pubblicamente compiangere, o scrivere un epitaffio, un post ricordo. Macabra ma - sembra - necessaria novità. Risponderebbe in realtà a un problema piuttosto diffuso negli ultimi anni. Gli utenti facebook morivano e, poiché nessuno conosceva le loro password, i loro profili rimanevano attivi. Questo creava una serie di situazioni imbarazzanti, ma soprattutto esponeva all'infinito contenuti che l'utente da vivo aveva condiviso, ma che probabilmente non avrebbe voluto esporre come lapide a futura memoria. Un'altra possibilità era che qualcuno, magari venendo a conoscenza dei dati di accesso dell'utente deceduto, ne approfittasse per dirottare il profilo e riempirlo di proposito di contenuti imbarazzanti. Ora facebook apre al testamento, la funzionalità è già attiva negli States. Per l'Italia bisognerà aspettare ma è già possibile fare richiesta per la chiusura dell'account di una persona deceduta. E tutto questo mentre arrivano e sono quasi negli studi dei notai le regole del nuovo mondo per i patrimoni digitali. Per tutto quello che ogni utente del web possiede in ricordi (foto e video sono state quantificate in 17mila dollari) di informazioni sanitarie e finanziarie (valgono circa 6mila dollari), informazioni professionali (circa 4mila), più tutto quello di digitale che è relativo ad hobby e progetti (3mila): è stato calcolato che ogni persona possiede 35mila dollari in dispositivi elettronici, immagini, memorie, tutto compreso fino ai numeri di telefono, indirizzi, archivi e tanto altro conservato nella nuvola cloud. I notai sono all'erta già dal 2007. Si organizzano convegni e si preparano norme, all'Univerisità Bocconi è pronto un tavolo di lavoro al quale hanno già aderito Microsoft, Google, la stessa università milanese, il Collegio notarile, gli studi legali.