ROMA. Trovata la scatola nera del cervello: da un lato la mappa più dettagliata mai ottenuta e dall'altro la scoperta della proteina che rende quello umano assolutamente
unico offrono le chiavi per studiare il più complesso degli organi con un dettaglio senza precedenti. Sono due risultati cruciali, pubblicati sulle riviste Science e Current Biology.
Queste conoscenze sono la base per comprendere meglio alcune malattie neurologiche, prime fra tutte quelle che danneggiano la sostanza che riveste e protegge le cellule nervose (la mielina), come la sclerosi multipla.
A ricostruire la mappa della parte più complessa del cervello, la corteccia, è il gruppo dell'Istituto Karolinska di Stoccolma coordinato da Sten Linnarsson e Jens Hjerling-Leffler.
I ricercatori hanno analizzato, cellula per cellula, la corteccia cerebrale del topo. Complessivamente hanno studiato circa 3.000 cellule e parallelamente i 20.000 geni attivi, in modo diverso, in ciascuna di esse. In questo modo sono stati identificati 47 diversi tipi di cellule. «Questo è uno strumento senza precedenti per studiare il ruolo che questi tipi
di cellule rivestono in molte malattie e per capire meglio il modo in cui il cervello reagisce ad esse», osserva Hjerling-Leffler. Si ritene che il cervello del topo sia formato da 100 milioni di cellule, contro i 65 miliardi del cervello umano, il cui diametro varia da 10 a 20 millesimi di millimetro. Nel frattempo dal gruppo americano della Duke University di Durham coordinato da Debra Silver arriva un altro risultato di primo piano per capire che cosa fa del cervello umano un organo unico nel regno animale. È stato infatti individuato, e osservato in azione nei topi, l'amplificatore molecolare che rende il cervello dell'uomo più grande e potente rispetto a quello dello scimpanzè, con il quale abbiamo in comune gli stessi geni.
La dimensione del cervello umano è aumentata notevolmente nel corso dell'evoluzione e a questa caratteristica si devono capacità uniche, che vanno dal linguaggio alla matematica
complessa. A fare la differenza è una piccola variante di un 'regista' dell'attività dei geni chiamato Hare5. Una volta trasferita nel cervello di un embrione di topo, la proteina umana lo ha fatto diventare più grande del 12%. È un risultato potrà aiutare a comprendere non solo che cosa rende speciale e unico il cervello umano, ma perchè solo nell'uomo si sviluppano malattie come autismo e Alzheimer.
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