Venerdì 22 Novembre 2024

Depressione, entro il 2020 sarà la seconda malattia "lavorativa" dopo quelle cardiovascolari

Medicina e psicologia sono destinate a rispondere alle nuove sfide cliniche sempre più determinate dal contesto sociale. Per l'Organizzazione mondiale della Sanità non è un caso se negli ultimi anni si sia registrato un notevole aumento di casi di malattie mentali: entro il 2020, i disturbi depressivi rappresenteranno la seconda causa di «disabilità lavorativa», dopo le malattie cardiovascolari. Già adesso la situazione è drammaticamente peggiorata e la depressione oscura un futuro che, già di suo, luminoso non è. E se prima l'età media di insorgenza della malattia si collocava tra i 20 e i 40 anni, oggi sono in aumento le manifestazioni precoci o tardive, durante l'adolescenza o dopo i 50 anni, con una frequenza maggiore tra le donne. Circa il 20% della popolazione mondiale presenta, sempre secondo l'Oms, un quadro di «umore instabile» da non sottovalutare. La depressione colpisce indistintamente chiunque: 2,6 milioni di persone in Italia, oltre 350 milioni nel mondo. È un disturbo debilitante ma curabile, popolato da momenti di sconforto - non passeggeri, ovviamente - sentimenti di tristezza di diversa gravità, da un senso di inadeguatezza, mancanza di speranza, sensazione di malessere profondo, sensi di colpa e dubbi. Ne soffrivano Virginia Wolf e Adolf Hitler, Cesare Pavese e Joseph Stalin, personaggi diversi, antitetici, vittime illustri del «mal di vivere», tutti accomunati dall'aver combattuto nel corso della vita una battaglia contro se stessi. L'ARTICOLO INTEGRALE NELLE PAGINE DEL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA  

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