ROMA. Isaac Newton non è stato solo uno dei padri della fisica moderna con la sua legge di gravitazione universale. La sua mente brillante era riuscita infatti a intuire che l'acqua risale nel fusto degli alberi, ben 200 anni prima dei botanici. A dimostrarlo sono alcuni documenti appena scoperti, come spiega David Beerglin dell'università di Sheffield, in un articolo pubblicato sulla rivista Nature Plants.
La prima teoria proposta dai botanici, secondo cui l'acqua sale attraverso il tronco degli alberi, sfidando la forza di gravità, risale al 1895. Tuttavia all'inizio del 1660 Newton scrisse la sua teoria sul movimento verso l'alto della della linfa delle piante, dall'erba fino agli alberi più alti, in uno dei suoi taccuini universitari. Qui, 'stipata' e quasi nascosta tra i suoi appunti di 'Filosofia' e 'Attrazione elettrica e filtrazione', c'era nascosta non più di una mezza paginetta sulle piante, in cui, con la sua scrittura poco leggibile, descrive come l'energia del Sole spinge la linfa a salire continuamente attraverso gli alberi tramite 'pori' nelle radici.
Considerando che nel 17/o secolo la luce era considerata come una sostanza e non una fonte di energia (concetto elaborato nel 19/o secolo), Newton sembra suggerire l'idea che la luce urti contro le molecole d'acqua e questo processo spinga la linfa a risalire dalle radici dell'albero. In termini moderni, sembra che descriva l'evaporazione dell'acqua sulla superficie della pianta guidata dall'energia del Sole, un processo noto come traspirazione. Purtroppo, il contesto in cui il fisico inglese ha elaborato questa teoria rimane sconosciuto, e ''non abbiamo idea - scrive Beerglin - di quanto tempo vi abbia lavorato. Non ci sono altre pagine nei suoi appunti sulle piante. Tuttavia è improbabile che abbia tratto ispirazione dalle sue conversazioni con altre persone all'università di Cambridge interessate alla botanica, anche se a quel tempo i suoi contemporanei si interessavano all'anatomia delle piante''.
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