ROMA. Si chiama polifarmacoterapia e può diventare un pericoloso nemico dell'anziano: almeno un anziano su tre tra i 75 e gli 85 anni prende 5 o più medicine al giorno prescritte dal medico, più un numero indefinito di farmaci da banco, secondo i dati riferiti in un articolo sul quotidiano canadese The Calgary Herald. Anche in Italia vi è un eccesso di farmaci prescritti all'anziano: dallo studio dell'Osservatorio Arno appare evidente che un anziano dai 60 anni in su prende dalle 8 alle 10 compresse al giorno (che non significa 8-10 diversi principi attivi), spiega il geriatra SIGG Giuseppe Paolisso, Rettore della Seconda Università di Napoli. Ciò ha sia ricadute in termini di costo sanitario, sia di possibili rischi di abuso di farmaci, ovvero farmaci non necessari o comunque con un pessimo rapporto rischi/benefici. In vari paesi vi sono strumenti ad uso del medico per aiutare l'anziano a dimenarsi in questo potpourri di farmaci, ad esempio la guida STOPP, Screening Tool for Older Person's Prescriptions, una lista di farmaci potenzialmente pericolosi che pone l'enfasi sulle interazioni tra molecole e sulle prescrizioni cosiddette duplicate di farmaci tra loro simili che spesso un anziano riceve rivolgendosi a diversi specialisti in tempi diversi. «In Italia, invece, mancano linee guida specifiche dedicate all'anziano - rileva Paolisso - anche se per ciascun farmaco c vi sono avvisi relativi a eventuale pericolosità per l'anziano». Linee guida dedicate avrebbero due chiari vantaggi: da una parte ridurre le prescrizioni e abbassare i costi per il SSN; dall'altra prevenire interazioni tra farmaci, e il rischio di complicanze per il paziente. «Le due grandi categorie di farmaci su cui c'è eccesso di prescrizione nell'anziano - rileva Paolisso - sono gli ansiolitici (inopportunamente prescritti per favorire l'addormentamento) che abbassano il tono dell'umore e riducono le capacità di reazione a stimoli esterni con vari rischi per l'anziano nelle sue attività quotidiane (ad esempio alla guida); gli antipertensivi, che, non sempre dati in modo appropriato, possono creare grossi problemi specie quando l'anziano passa da posizione distesa a in piedi con vertigini anche di lunga durata e rischio cadute. Particolarmente a rischio di polifarmacoterapia è l'anziano che si rivolga nel tempo a una serie di specialisti (cardiologo gastroenterologo, neurologo etc), ciascuno dei quali fa prescrizioni a volte ridondanti andando a sovrapporsi a precedenti prescrizioni di altri medici. In questi casi è sempre bene che il paziente porti con se una lista dei farmaci in uso ma soprattutto, spiega Paolisso, sarebbe auspicabile che l'anziano avesse un unico medico di riferimento che abbia una visione generale del suo stato di salute e di tutte le terapie in corso, ad esempio un geriatra. Inoltre, continua Paolisso, l'anziano non deve mandare a memoria i farmaci da prendere ogni giorno, ma dotarsi di una lista scritta che deve essere controllata dal medico.