ROMA. Esistono delle regole di bon ton per le chiamate al cellulare? Ebbene sì. Telefonate andate a vuoto, squilli, tentativi di richiamata, messaggi che avvisano che il nostro interlocutore è di nuovo raggiungibile.
Come comportarsi in questo tira e molla che spesso accade quando proviamo a chiamare qualcuno? «Le tecnologie hanno ridotto le tipiche barriere spazio- temporali della comunicazione faccia a faccia dandoci l’illusione che l’altro sia sempre a nostra disposizione. Le aziende che danno come benefit i cellulari, implicitamente si aspettano che il dipendente sia sempre reperibile. Ma la telefonata è sempre un’intrusione, da cui ci possiamo difendere, quando serve, togliendo la suoneria o spegnendo completamente il dispositivo», spiega Giuseppe Riva, docente di Psicologia della comunicazione alla Cattolica di Milano.
Invece di incartarsi, «bisognerebbe applicare la regola: chi chiama richiama», aggiunge Riva. Alberto Marinelli, docente di Teorie e tecniche dei nuovi media alla Sapienza di Roma, invece sottolinea: «Non c’è altro modo che lavorare sulle buone pratiche, anche perché ci sono voluti secoli per la codificazione dei comportamenti da tenere, per esempio, quando si va in casa d’altri». Tuttavia, per salvarsi da questi disagi, Giuseppe Riva invita tutti al digiuno tecnologico una volta al mese. Il giorno dopo le chiamate ricevute o perse non ci sembreranno più "aggressioni".
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