Giovedì 19 Dicembre 2024

La sfida dei visori digitali riparte: cambia la realtà col pc "sulla testa"

ROMA. Uno dei mercati più floridi nell’universo dell’economia mondiale è quello delle nuove tecnologie, dai videogame, ai social network al web ed alle transazioni in rete il futuro insomma è tutto nelle mani dei programmatori. Il 2015 si apre all’insegna di una vision dalle ampie prospettive con i visori digitali in primo piano. La settimana scorsa Google ha annunciato il ritiro dal mercato dei suoi Google glass, scelta ancora piena di ombre, determinata forse da una rivoluzione in atto dal punto di vista commerciale, dato che il progetto è passato nelle mani di un nuovo gruppo da poco acquisito dal colosso del web e guidato Tony Fadell, conosciuto per aver introdotto sul mercato l’iPod di Apple. Fatto sta che il ruolo da protagonista dei dispositivi indossabili legati alla visione di scene irreali ha un sapore fantascientifico molto ricercato da tutti brand. Facebook ad esempio ha acquisito per 2 miliardi di dollari la californiana Oculus VR lo scorso anno ed i risultati hanno scaldato gli animi dei videogiocatori di tutto il mondo. Oculus Gear è il primo prodotto a portata di mercato, realizzato in collaborazione con Samsung. Si tratta di una sorta di maschera, come quelle usate per andare sott’acqua, per intenderci, in cui tramite uno slot si inserisce lo smartphone Samsung Galaxy Note 4 per trasformarlo in un visore digitale e godersi la visione dei videogame o della realtà virtuale in una sorta di scatola buia ad effetto cinema. Sulla scia tracciata dai due colossi del web è arrivata qualche giorno fa la notizia di un nuovo progetto più leggero e meno impegnativo, simile ai Google glass, si tratta di HoloLens, versione lungimirante proposta da Microsoft. Abbiamo chiesto qualche dettaglio ad Edoardo Ullo, palermitano, ideatore del blog ilvideogioco.com che commenta così: «Tra le novità più importanti dell'evento Microsoft per presentare le ultime novità di Windows 10 sicuramente troviamo HoloLens. Il colosso di Redmond l'ha descritto come il primo computer olografico libero. Si tratta di una periferica wireless, ossia senza cavi, che non necessita neppure di connessioni telefoniche o al Pc che presenta lenti olografiche trasparenti ad alta definizione e suono ambientale. Questo permette di vedere ed ascoltare gli ologrammi attorno a noi. Un progetto innovativo e parallelo rispetto ad altre periferiche sulla realtà virtuale. HoloLens ha stuzzicato la fantasia di molti sviluppatori di videogiochi. C’è chi si sente più cauto, come ad esempio Peter Molyneux che i più giovani ricordano per Fable, Curiosity e Godus». HoloLens sembra avere basi solide. Microsoft l’ha tirato fuori dopo cinque anni di ricerca e sviluppo. A metà tra la realtà virtuale di Oculus Rift e la realtà aumentata dei Google Glass, Kipman ha descritto il nuovo dispositivo mobile di Microsoft come il primo computer olografico della storia. HoloLens è un dispositivo standalone: per funzionare non ha bisogno di cavi o connettori che lo mettano in comunicazione con altri dispositivi informatici. Il visore, insomma, è piccolo computer dotato di tutte le componenti hardware necessarie al suo funzionamento. HoloLens è in grado di processare i dati in arrivo dai vari sensori di cui è dotato, così da comprendere in quale direzione si stia guardando, permette inoltre di attivare gesti e comandi vocali. In aperta concorrenza con Google glass negli Hololens l'ologramma, ovvero l’immagine virtuale, potrà occupare tutto il campo visivo e non solo una parte come accade con gli occhiali di Google.

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