ROMA. Due anni per mettere in rete tutti i robot del mondo: è così che la ricerca sulla robotica si sta preparando ad avere un'accelerazione senza precedenti, possibile grazie al fatto che saranno gli stessi robot a scambiarsi dati e programmi. «Il prossimo obiettivo è connettere alla robotica la tecnologia alla base degli smartphone», ha detto Giorgio Metta, direttore della iCub Facility dell'Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) di Genova. Così iCub, il robot umanoide dall'aspetto rassicurante di un bambino messo a punto nel 2009 dall'Iit si prepara a crescere, compiendo un passo senza precedenti. «La faccia resterà la stessa, ma sarà più robusto e più alto, sarà alimentato a batteria e perciò potrà muoversi liberamente nei laboratori, ma soprattutto non sarà più solo», ha spiegato. iCub sarà infatti connesso con il cloud attraverso la rete wireless e in questo modo i robot potranno scambiarsi informazioni. Accadrà per i quattro iCub che si trovano nell'Iit di Genova come per i 26 che finora sono stati venduti a diversi laboratori nel mondo. «Tutti i robot saranno in rete per velocizzare la ricerca e si sta lavorando alla definizione degli standard», ha aggiunto il ricercatore. È un progetto al quale sono interessati numerosi centri di ricerca, oltre alla Commissione Europea. «In tutto il mondo c'è interesse a lavorare in questa direzione», ha osservato. L'obiettivo consiste nel riuscire a combinare la tecnologia alla base degli attuali smartphone con la robotica. Quella che si profila all'orizzonte, e che promette di diventare una realtà in breve tempo, è una nuova disciplina che ha già un nome: Ictr, vale a dire Tecnologie dell'informazione e della comunicazione e robotica.