Giovedì 19 Dicembre 2024

Panda, tigri e altre specie a rischio estinzione entro il 2050

ROMA. A rischio estinzione entro il 2050 tigri, panda, rinoceronti e altre 440 specie. Secondo i risultati di uno studio - pubblicato sulla rivista Conservation Letters, coordinato da ricercatori della Sapienza Università di Roma - perseguendo l'attuale modello di sviluppo socio-economico si andrebbe incontro ad un aumento drastico dei tassi di deforestazione e di emissioni di CO2. Di conseguenza, si assisterà ad un aumento del rischio di estinzione per una specie su quattro di carnivori e ungulati. A queste si aggiungerebbero quelle già minacciate oggi, nessuna delle quali migliorerebbe il proprio status di conservazione secondo l'attuale modello di sviluppo socio-economico. Esiste però un modo per evitare questo disastro ambientale, ossia il "Consumption Change". "Abbiamo scoperto a ha detto Piero Visconti ricercatore affiliato presso il laboratorio Global Mammal Assessment del dipartimento di Biologia e biotecnologie C. Darwin della Sapienza e al centro di Microsoft Research a Cambridge - che uno scenario alternativo esiste ed e' in grado di eradicare fame e poverta' e di migliorare il benessere umano in generale, raggiungendo al contempo un miglioramento dello stato di conservazione della biodiversita'". In questo scenario di "Consumption Change" l'accesso alle risorse alimentari, energetiche e idriche da parte delle fasce piu' povere della popolazione umana aumenterà fino a raggiungere i "Millennium Development Goals" delle Nazioni Unite. Allo stesso tempo, i consumi e le emissioni pro-capite da parte dei paesi sviluppati saranno ridotti tramite una ridotta produzione di scarti agricoli post-produttivi, e con l'adozione di una dieta più salutare e associata ad un minor consumo di carne, come raccomandato dalla Harvard Medical School of Public Health. "Questa e' la prima volta in cui si dimostra che le azioni individuali per il raggiungimento di uno stile di vita piu' sostenibile, come ad esempio il ridotto consumo di carne, possono avere nel loro insieme un enorme impatto per la biodiversita' del mondo", ha detto Carlo Rondinini, coordinatore del laboratorio Global Mammal Assessment.

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