ROMA. Entro qualche anno oltre alla vaccinazione annuale per l'influenza o per lo pneumococco negli studi medici potrebbe essere fatta anche quella per il colesterolo. Una prima formula, ha rivelato Mikael Dolsten, capo della ricerca e sviluppo dell'azienda Pfizer, potrebbe iniziare i test sull'uomo nel 2016, mentre quest'anno è previsto l'arrivo sul mercato Usa dei primi farmaci anticolesterolo di nuova generazione, efficace anche dove falliscono quelli utilizzati oggi, che colpiscono la proteina Pcsk9, lo stesso bersaglio del vaccino. Le nuove terapie, per cui è in corso una vera e propria gara tra diverse multinazionali, sfruttano appunto la proteina Pcsk9, necessaria al colesterolo 'cattivo' per rimanere nel sangue, e che viene invece sequestrata da specifici anticorpi monoclonali. Il vaccino invece 'insegnà al sistema immunitario a riconoscere ed inibire la proteina da solo, mentre le statine, il farmaco che si usa abitualmente per tenere sotto controllo il colesterolo, sfruttano un meccanismo completamente diverso inibendo la sua produzione da parte del fegato. «Immaginate - ha affermato Dolsten - di andare una volta l'anno dal medico di base per il vaccino contro il colesterolo». In corsa con Pfizer, che quest'anno inizierà anche la sperimentazione di una versione orale del farmaco, a partecipare alla gara ci sono anche Amgen e una partnership formata da Regeneron Pharmaceuticals e Sanofi. Tutti e tre i concorrenti dovrebbero ricevere il via libera dall'Fda entro quest'anno, per un mercato che secondo alcuni analisti potrebbe portare ad ogni partecipante almeno due miliardi di dollari di volume d'affari. «Questa nuova generazione non è destinata a sostituire le statine, che in molti pazienti funzionano bene - spiega Francesco Fedele, direttore del dipartimento di Scienze cardiovascolari nefrologie e geriatriche dell'università Sapienza di Roma - c'è però una fetta consistente di pazienti che non le può prendere perchè è intollerante, oltre alle persone affette da ipercolesterolemia familiare, che hanno valori molto alti che non vengono ridotti dalle terapie che abbiamo oggi. Per queste categorie ben vengano i nuovi farmaci e anche il vaccino, che però deve essere studiato con attenzione visto che avrebbe effetti molto più lunghi di una statina che in cinque giorni viene eliminata dall'organismo».