ROMA. Dormire tanto serve a combattere l'influenza: a confermare la correttezza di uno dei tradizionali rimedi della nonna è la scoperta di una proteina, individuata per ora nel cervello dei topi, che migliora il potere di guarigione garantito dal sonno e accelera il recupero. La scoperta realizzata da ricercatori dell'Università di Washington State guidati da James Krueger e descritta sulla rivista Brain, Behavior, and Immunity potrebbe portare allo sviluppo di innovativi farmaci per combattere l'influenza in modo completamente nuovo. «Dormire aiuta il processo di guarigione dell'influenza», ha spiegato Pietro Calissano, del Istituto di Neurobiologia e Medicina Molecolare del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Inmm-Cnr). «È già da alcuni anni - ha proseguito Calissano - che molti studi stanno dimostrando che il sonno ha la funzione molto importante di 'detossificazionè, ossia eliminare le tossine prodotte di giorno. Ora questo studio individua un meccanismo molecolare che spiega perchè il sonno sia importante anche per combattere l'influenza». Quest'arma segreta sarebbe la proteina Acpb, una molecola prodotta nel cervello. Per scoprirlo i ricercatori hanno analizzato il decorso dell'influenza provocata dal virus H1N1 su due gruppi di topi, uno 'sanò e l'altro privato geneticamente della proteina Acpb. I topi normali hanno mostrato le tipiche risposte e dormito molto mentre quelli privi di questa molecola hanno dormito meno dei topi normali, sviluppando sintomi più gravi e una mortalità più elevata. Analizzandone il funzionamento, i ricercatori hanno scoperto come la Acpb svolga un ruolo chiave nella regolazione del sonno e nell'attivazione di una catena di reazioni per l'attivazione delle risposte immunitarie in caso di attacchi da parte di virus e batteri. «Non è una scoperta clamorosa - ha commentato Calissano - ma è certamente interessante. Uno studio che ci aiuta a capire meglio la funzione del sonno, ossia il perchè dormiamo: un qualcosa che diamo per scontato ma che fino a pochi anni fa restava un mistero e oggi iniziamo a capire». La scoperta realizzata dai ricercatori statunitensi potrebbe inoltre portare allo sviluppo di una nuova tipologia di farmaci, sotto forma di spray nasali, a base di Acpb per aiutare l'organismo a combattere influenza.