PALERMO. È troppo facile dire mi piace davanti ad un capo di vestiario che mostra tanta carne e pelle, risultando per forza «saporito» all’uomo medio. Per esprimere un parere obiettivo serve un fine degustatore, e tra gli esteti siciliani di look maschili e femminili c’è un insospettabile che di mestiere non fa lo stilista o il modello e l’unico capo che indossa per lavoro è la toga. Ivano Natoli, avvocato e figlio di un principe del Foro, è un fashion addict, «cum grano salis». Sulla minigonna dice: «Si dovrebbe ritenere che non debba più essere indossata oltre i 40 anni, a meno che – eccepisce - non si abbiano gambe molto slanciate e prive di inestetismi. Amo le forme ma per la mini non possono essere eccessive, altrimenti si scade in altri messaggi e subentra un’inoppugnabile difficoltà ad indossarla con classe. Solo una donna brillante e spiritosa la porta in modo sobrio e con un pizzico di eccentricità». Secondo Natoli ad interpretarla così è la palermitana Federica Caputo, nell’amministrazione di un noto centro commerciale, con un passato da modella. «È stata mia madre – racconta la Caputo - a contagiarmi la passione per la minigonna. Ne è una estimatrice perché lei c'era quando è nata. Da ragazzina le indossavo cortissime, con le ballerine o le Superga, preferendo quelle strette in jeans. Con il passare degli anni – aggiunge - le ho adattate alla mia età, ben 41. Le metto di rado al lavoro, non perché non mi piaccia ma perché la trovo più adatta alle serate di svago. Se una donna ha delle belle gambe, allungando di qualche centimetro la mini, rispetto alle teenager, può indossarla ancora, perché se si ha stile si può tutto».