MILANO. Il 'cuore' del Sole è stato ricreato in laboratorio grazie alla 'macchina Z', il più grande generatore di raggi X al mondo installato presso i Sandia National Laboratories ad Albuquerque, in Nuovo Messico. L'esperimento, descritto su Nature, permette di spiegare alcuni 'capricci' della nostra stella che non trovavano riscontro nelle teorie elaborate dai fisici. Parallelamente diventa possibile conoscere i segreti di molte stelle attorno alle quali potrebbero ruotare pianeti abitabili.
Le più recenti analisi dello spettro emesso dalla superficie apparente del Sole (fotosfera), infatti, avevano messo in crisi le stime che erano state fatte in precedenza riguardo all'abbondanza di elementi chimici come ossigeno, carbonio e azoto, arrivando a dimezzarle. Per chiarire questa discrepanza, i ricercatori guidati dal fisico solare James Bailey hanno provato a ricreare in laboratorio le stesse condizioni di temperatura e pressione presenti all'interno della stella per osservare direttamente il comportamento di questi elementi. Il primo ad essere studiato è stato il ferro, che determina addirittura un quarto dell'opacità della materia stellare alla radiazione solare, un fattore molto importante nel determinare la temperatura interna del Sole. Dai risultati dell'esperimento è emerso che l'opacità del ferro in queste condizioni è dal 30% al 400% più alta del previsto.
Se il ferro si comporta diversamente da quanto teorizzato, allora probabilmente lo stesso potrebbe valere anche per gli altri elementi chimici: non sarebbero dunque da rivedere le stime della loro abbondanza all'interno del Sole, ma le teorie sul loro comportamento in condizioni fisiche così estreme. La scoperta potrebbe avere importanti implicazioni, non solo per il Sole, ma anche per lo studio delle altre stelle della galassia intorno a cui ruotano pianeti che potrebbero ospitare forme di vita.
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