PALERMO. Ricreare in un acquario la bellezza dei giardini giapponesi ispirati dalla filosofia Zen orientale. Una tendenza che ha fatto breccia anche nelle case siciliane. «Una filosofia - spiega Carmelo Aricò, che tiene corsi di Acquariologia in tutta Italia ed è consulente di alcune aziende del settore - nata in Giappone e ideata da Takashi Amano che ha portato avanti una sorta di filosofia che prevede l’allestimento di scenari terrestri all’interno di un acquario». Insomma, una sorta di giardino orientale ma subacqueo. «Esatto, funziona al contrario di un biotopo, che invece è il classico acquario che invece riprende fondali naturali».
Ma che caratteristiche hanno questi acquari? «La tecnica è quella dell’”Aquascaping” - precisa Tommaso Aricò, responsabile del portale specializzato Acquariofilia Italia - vengono realizzati con un buon numero di piante di varia natura e pietre, in generale al suo interno vivono pochi pesci». I costi per la realizzazione non sono esagerati, anche se poi si spazia, in relazione agli obiettivi e alle dimensioni: «Si parte da 25-30 euro - continua Tommaso Aricò - per una struttura di un metro per 50 centimetri, per arrivare ai duecento per acquari più grandi».
«Uno dei metodi che hanno favorito la diffusione è stato sicuramente internet, grazie all'ausilio di forum specializzati dice Flavio Gagliardi, direttore dell'acquario di Cala Gonone in Sardegna -. Ovviamente, tutto dipende anche dalla bravura dell'acquariofilo. Nell'acquario possiamo trovare anche crostacei. Si guarda, in questi tempi, anche all'aspetto economico».
«Lo stile che ricrea l’armonia e la maestosità dei giardini Zen in acqua è stato ideato dal maestro Takaschi Amano mescolando piante, legno e pietre». Il risultato è un acquario completamente naturale che rappresenta un «un ecosistema perfetto - secondo racconta Claudio Bellomonte del negozio Acquari Giapponesi Zen di Palermo - bilanciato in tutte le sue parti, dove la varietà dei pesci e i colori delle piante si sposano perfettamente».
Gli acquari possono ospitare una vasta varietà di esemplari. Tra i più richiesti il pesce neon, nome comune del «Paracheirodon innesi», originario dalle acqua dolci dell'Amazzonia, dai suoi colori vivaci e accesi. «Grande la richiesta anche del Betta Splendens, meglio conosciuto come pesce combattente, che deve la sua denominazione all’aggressività che mostra con i suoi simili», spiega Bellomonte. Naturalmente la manutenzione per il classico pesce rosso nella boccia è molto più semplice: «Basta, infatti, cambiare l’acqua di rubinetto una volta ogni due giorni - dice Danilo Costagliola, palermitano specializzato proprio nell’arredamento degli acquari - e tenerla a riposo, il giorno prima, in un contenitore, per togliere il cloro e le varie impurità». Mentre per quanto riguarda l’arredamento della boccia o del piccolo acquario che contiene un pesce rosso è meglio preferire piante finte, dal momento che tendono a mangiucchiarle.
Infine, qual è l’ambiente migliore dove inserire l’acquario? «Uno dei posti prediletti - spiega Costagliola - è il salotto, dove viene messo in mostra. Tutto, però, dipende dall’angolo di natura che si vuole costruire. Ovviamente, teniamo il nostro acquario lontano da fonti di calore o componenti elettriche».
Nella foto un acquario del negozio Acquari Giapponesi Zen di Palermo
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