Altro che navigatore e satellitare, le foche hanno un GPS naturale: secondo i ricercatori della Texas A&M University americana questi mammiferi marini potrebbero essere in grado di utilizzare il campo magnetico della Terra per immergersi in profondità e scovare senza difficoltà i punti di apertura nel ghiaccio per respirare. "Pensiamo che questo animale abbia evoluto così tanto la propria capacità di navigazione grazie al proprio 'senso magnetico' che riesce a trovare i buchi nel ghiaccio ad una certa distanza e potere così immergersi in modo sicuro per pescare", ha spiegato Randall Davis, autore dello studio. Se tale ipotesi risultasse vera, rappresenterebbe la prima prova di un simile tratto in un mammifero marino. Per confermare il dato, nei prossimi tre anni il team lavorerà seguendo passo passo delle foche di Weddell: ogni animale sarà dotato di un registratore video e dati e verrà rilasciato nel corso di un paio di settimane in tre aree del canale McMurdo, nel mare di Ross, in cui è stato mappato il campo magnetico. Per escludere poi l'intervento di altri fattori nell'incredibile abilità "di ricerca" della specie, l'equipe prevede di tornare in Antartide il prossimo anno ad agosto, verso la fine dell'inverno antartico; in questo preciso periodo dell'anno, caratterizzato da 24 ore di oscurità, le foche non potrebbero essere aiutate da scelte visive nella ricerca di aperture nel ghiaccio.