ROMA. L'esposizione nel periodo prenatale ad agenti chimici normalmente in uso in casa (ftalati) mette a rischio il nascituro di avere un quoziente intellettivo ridotto in età scolare. Gli ftalati incriminati sono due sostanze chimiche - butilbenzilftalato (BBzP) e di-n-butil ftalato (DNBP) - presenti ad esempio in contenitori in plastica, profumi sintetici, fogli antistatici per asciugatrici, rossetti, spray per capelli e alcuni saponi, è spiegato sulla rivista Plos One che ha pubblicato lo studio.
Condotto da esperti della Columbia University, il lavoro aggiunge altri capi di imputazione sul conto degli ftalati che lo stesso gruppo di ricerca in settembre aveva riportato essere collegati al rischio di asma nel nascituro. Gli esperti hanno coinvolto 328 gestanti e seguito i loro bambini dalla nascita al compimento de sette anni, quando li hanno sottoposti a test per la misura del quoziente intellettivo.
E' emerso che, se la gestante è stata esposta a concentrazioni significative di ftalati nel primo trimestre di gravidanza, il QI del bimbo è anche di 7 punti in meno al compimento del settimo compleanno (una riduzione significativa rispetto alla media, con possibili ripercussioni su rendimenti scolastico e accademico negli anni a venire).
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