PALERMO. Una teoria, elaborata quasi ottant’anni fa dal fisico siciliano Ettore Majorana, prende adesso forma nei laboratori dell’Università di Texas-Austin e di Princeton. E apre le porte a ciò che potrebbe rivoluzionare il concetto stesso di trasporto dell’energia elettrica.
Parliamo della particella di Majorana, così battezzata. Grazie a questo elemento si potrà in futuro pensare alla trasmissione di grandi quantitativi di energia elettrica senza perdere nulla strada facendo. Al momento la comunità scientifica si confronta e discute sulla portata di questa scoperta. La teoria di Majorana, infatti, sino ad oggi non aveva mai avuto conseguenze sulla fisica che studia le proprietà legate alla struttura della materia, come è la Superconduttività. Questa scoperta è stata accolta con grande soddisfazione dal professor Antonino Zichichi. Fu, infatti, lui nel 1962 a riportare in vita la teoria che Majorana aveva scritto un anno prima della sua misteriosa scomparsa avvenuta nel 1938.
Per illustrare la portata di questa particella, Antonio Zichichi, presidente del centro di cultura scientifica «Ettore Majorana«, da lui fondato nel 1963 a Ginevra, utilizza un esempio: «Una corrente elettrica – spiega Zichichi - arriva nel circuito del nostro scaldabagno. E, grazie alla legge di Ohm, la corrente elettrica che attraversa il circuito produce calore. Se volessimo trasportare energia elettrica usando lo stesso filo ne perderemmo un’enorme quantità per strada. La Superconduttività studia materiali attraverso i quali è possibile trasmettere enormi quantità di energia elettrica disobbedendo alla legge di Ohm. L’ultima novità è esplosa con la scoperta delle particelle di Majorana in uno speciale materiale. Trasportare l’energia elettrica senza perderla per strada – afferma Zichichi - è un problema che solo la “superconduttività” riesce a risolvere».
Ecco, quindi, il motivo dell’enorme interesse legato alla scoperta della particella. Si aprono, infatti, nuovi orizzonti in un settore di grande importanza per il trasporto «gratis» di enormi quantità d’energia. È come se le particelle di Majorana riuscissero a far volare l’energia elettrica liberandola dalla schiavitù di obbedire alla Legge di Ohm. «Questa scoperta – prosegue Zichichi - apre anche nuove frontiere per i computer quantici”.
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