MILANO. I vaccini entrano in una nuova dimensione, quella del 3D: una vera e propria rivoluzione, che parte dai laboratori di Harvard con l'obiettivo di stravolgere la lotta contro il cancro e le malattie infettive, come quelle scatenate dai virus Ebola e Hiv. Il segreto sta negli speciali bio-materiali 'intelligenti' con cui sono fatti: una volta iniettati sotto pelle, si auto-assemblano per formare una microscopica 'casermà tridimensionale dove vengono reclutate e armate le cellule 'sentinellà del sistema immunitario. L'idea quasi fantascientifica è diventata realtà grazie ai ricercatori dell'università di Harvard che lavorano presso l'Istituto Wyss di ingegneria di ispirazione biologica e la Scuola di ingegneria e scienze applicate (Seas). Nei loro laboratori è già stata avviata la sperimentazione sui topi: i primi risultati che mostrano l'elevata efficacia di questi vaccini sono pubblicati su Nature Biotechnology. Il loro segreto è racchiuso nei biomateriali a base di silice che li compongono: simili a microscopici bastoncini, presentano al loro interno dei piccolissimi pori che possono essere riempiti con ogni genere di farmaco. Una volta iniettati sotto pelle, questi bastoncini si auto-assemblano sul posto formando una struttura tridimensionale che attira milioni di cellule dendritiche, le 'sentinellè che nel sistema immunitario hanno il compito di sorvegliare e attivare la difesa in caso di pericolo. Una volta arruolate nella 'casermà, le cellule dendritiche vengono 'armate' grazie alle sostanze attive rilasciate dai pori dei bastoncini: subito dopo si dirigono verso i linfonodi dell'organismo, da dove coordinano l'offensiva contro il nemico. Una volta assolto il proprio compito, la 'caserma' in 3D, completamente biodegradabile, si dissolve nel giro di pochi mesi. Anche se questi vaccini sono nati come armi anti-cancro, in futuro potrebbero essere usati «contro una serie di malattie infettive letali, inclusi i killer più diffusi nel mondo come il virus Hiv e l'Ebola», spiega Donald Ingber, direttore della fondazione Wyss Institute. Facili e veloci da produrre, i vaccini in 3D potrebbero essere disponibili in grandi quantità anche in casi di emergenza. «Possono essere utili in molte situazioni - afferma il coordinatore dello studio David Mooney - e il fatto che siano iniettabili li rende facili da somministrare sia dentro che fuori dagli ospedali».