ROMA. Promette di essere una stagione influenzale 'pesante' quella in corso. I primi dati raccolti dai Centers for disease control (Cdc) di Atlanta mostrano infatti che finora a circolare sono stati principalmente i virus A H3N2, quelli cioè predominanti nelle stagioni 2012-2013, 2007-2008 e 2003-2004, che hanno registrato il maggior tasso di mortalità negli ultimi dieci anni.
Ad aumentare il rischio che sia una stagione influenzale forte c'è anche il fatto che circa la metà dei virus H3N2 analizzati sono delle varianti: i virus cioè hanno subito delle mutazioni che li rendono diversi dai ceppi virali presenti nel vaccino sviluppato per questa stagione influenzale. Ciò significa che la capacità del vaccino di proteggere dal virus può essere ridotta, anche se, assicurano i Cdc, chi è vaccinato, se infettato, avrà sicuramente una forma più lieve di influenza. «È ancora troppo presto per dire di essere sicuri che questa sarà una stagione pesante, ma gli americani devono essere preparati - speiga Tom Frieden, direttore dei Cdc - Possiamo salvare vite con le vaccinazioni, terapie immediate per chi è ad alto rischio di complicazioni e misure di prevenzione, come stare a casa quando si è malati». L'invito è dunque a vaccinarsi ora, se non lo si è già fatto. Un invito rivolto soprattutto alle categorie più a rischio, quali bambini con meno di 5 anni, anziani sopra i 65 anni, donne incinta e persone con malattie croniche, come asma, diabete, malattie cardiache, polmonari e renali. Un invito che anche in Italia medici di base e pediatri stanno ripetendo negli ultimi giorni, dopo la vicenda del vaccino Fluad, di cui erano stati bloccati dei lotti sospettati di aver provocato decessi tra gli anziani, e che ha fatto segnare un calo medio dell'80% delle vaccinazioni influenzali, con picchi del 100%.
Attualmente negli Usa i casi di influenza non sono molti, ma stanno aumentando, così come in Italia. Gli ultimi dati del bollettino dell'Istituto superiore di sanità (Iss) mostrano
infatti che nella settimana dal 24 al 30 novembre l'incidenza è stata di 1,7 casi ogni mille assistiti, con 71mila casi, per un totale di 309mila casi dall'inizio della sorveglianza. La fascia più colpita è stata quella dei bambini sotto i 5 anni, con 4 casi circa ogni mille assistiti. Meno bersagliate le altre fasce d'età: tra i 5 e 14 anni l'incidenza è stata di 1,61 casi, nella fascia 15-64 anni di 1,11 e negli over 65enni di 0,42 casi per mille assistiti.
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