ROMA. Come diceva Pennac, perché i giovani imparino a leggere, sviluppino fantasia e amino i libri, bisogna abituarli ad amare le storie, quindi cominciare a leggergliele sin da piccolissimi. Per questo forse le fiabe della buonanotte ci sono sempre state e hanno un loro senso, non solo nel rapporto affettivo genitori figli, che, se si comincia, come ognuno sa, non vorrebbero smettere più. Così un genitore su tre (il 37% per la precisione) legge favole perché proprio il bambino a chiederlo. Uno dei dati che emergono da un'indagine qualitativa Doxa Kids presentata a Più libri più liberi, al convegno L'App della buonanotte a cura dell'Aie - Associazione Italiana Editori, in cui si rileva che in grandissima maggioranza a vincere sono i libri di carta e illustrati, ma che c'è oggi un margine anche per le nuove tecnologie. Alla Fiera ai più piccoli è dedicata molta attenzione, del resto, con angoli per laboratori, letture e inviti alla lettura, e tanti gli stand degli editori specializzati, spesso di alta qualità, da Topipittori a Orecchio Acerbo, mentre La Emos audiolibri non si scorda di loro e l'ultima cosa prodotta è la lettura del Libro della Giungla di Kipling letto da Pino Insegno. I dati Nielsen dimostrano poi che il peso dei libri per bambini e ragazzi nel complesso dell'editoria generale raggiunge ormai il 20,5% del totale delle copie vendute e si avvicina sempre di più al segmento della fiction straniera (che è il genere più venduto col 26,1%). Se si guarda solo ai piccoli e medi editori invece i libri per bambini sono il 18,3% e lo strumento privilegiato per leggere o raccontare storie, per 8 mamme su 10 (il 79% secondo la ricerca) e per 6 papà su 10 (il 59%), è il libro di carta. Subito dopo, ma a netta distanza (solo il 7% del campione lo ha indicato) si usano dvd e App su tablet o smartphone (5%). Sia mamma che papa spiegano di raccontare le favole ai figli per aiutarli a sviluppare le capacità e il linguaggio, ma per le mamme raccontare una favola al bimbo equivale soprattutto passare del tempo di qualità con lui o lei. La mancanza di tempo il motivo principale per cui i genitori non raccontano o leggono storie al proprio figlio. E sono i papà a citare più spesso questo motivo. La ricerca Doxa Kids ci dice anche che il rapporto con la tecnologia si sta consolidando anche nelle famiglie con bambini piccoli: il 14% della famiglie italiane di 5-13nni possiede un tablet, l'82% lo fa usare al figlio (in media 4 volte alla settimana e per sessioni medie di un'ora. E Giovanni Peresson, responsabile dell'Ufficio studi Aie, nota che, ''stando ai dati Audiweb, i tablet presenti nelle famiglie con bambini 5-13anni nel novembre 2012 erano solo il 5% e sono passati nel giugno 2014 al 30%. Questo apre uno scenario in prospettiva nuovo e da conquistare per le app editoriali che non siano semplicemente dei giochi o delle proposte didattiche''.