Tra il 1994 e il 2013 la Nasa, l'ente spaziale americano, ha censito 556 impatti di meteoroidi sull'atmosfera terrestre. C'è da preoccuparsi? Sembrerebbe di no visto che in nessuno dei 556 casi gli oggetti hanno colpito la superficie del pianeta. Walter Ferreri è planetologo, specialista di asteroidi, meteoriti e meteoroidi e direttore dell'Osservatorio astronomico di Pino Torinese. «Si tratta - spiega - di un numero notevole ma credo che ciò si debba all'enorme progresso dei metodi di rilevamento fortemente facilitata dall'uso dei satelliti artificiali». Cominciamo a spiegare che differenza c'è tra meteoriti, meteoroidi e asteroidi. «Meteorite, secondo la terminologia convenzionale usata a livello internazionale, è un frammento che arriva al suolo. Ma si chiama così se la sua dimensione e inferiore ai 10 metri, Diversamente è un asteroide. Naturalmente un oggetto che entra nell'atmosfera ha una dimensione d'ingresso e una, se non brucia del tutto, di arrivo. Prima del suo impatto con l'atmosfera un oggetto più grande di dieci metri di diametro è un asteroide. Quindi accade che ad impattare sia un asteroide ma che ciò che arriva a terra sia un meteorite. Se, fuori dall'atmosfera, l'oggetto è inferiore ai dieci metri, allora si chiama meteoroide e questi, di solito, a terra non arrivano e vengono completamente disintegrati dall'impatto con l'atmosfera. Anche la luce provocata dall'oggetto nel momento del suo disintegrarsi viene classificata perché quando la scia è particolarmente luminose si parla di un bolide». L'INTERVISTA INTEGRALE NELLE PAGINE DEL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA