ROMA. Non colpirà la Terra l'asteroide 2014 KC46, che si temeva potesse avere la probabilità di collidere con il nostro pianeta nel 2091. È quanto mostrano le osservazioni del Large Binocular Telescope (Lbt), il grande telescopio binoculare operativo in Arizona, al quale partecipa anche l'Italia con l'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). Scoperto nel maggio scorso, l'asteroide 2014 KC46 fa parte dei cosiddetti 'Near-Earth Objects' (Neo), oggetti vicini alla Terra potenzialmente a rischio di collisione. Del diametro di circa 100 metri, l'asteroide è stato subito classificato tra gli oggetti celesti che avevano una probabilità non trascurabile, per quanto piccola, di colpire la Terra. Tuttavia le prime indagini non avevano la precisione sufficiente per chiarire la situazione.
In questi casi, rileva l'Inaf, bisogna osservare nuovamente l'asteroide per calcolare l'orbita con accuratezza sempre maggiore, fino a escludere o confermare definitivamente la probabilità di impatto. «Noi stessi siamo rimasti sorpresi dei risultati» sottolinea l'astronomo Adriano Fontana, dell'Inaf e responsabile del centro italiano delle osservazioni di Lbt. Il telescopio binoculare, rileva Fontana, «è infatti riuscito nella difficilissima impresa di catturare la flebile traccia dell'asteroide, 120 miliardi di volte meno luminoso di Sirio, la stella più brillante del nostro cielo». Un successo possibile, secondo l'esperto, grazie alle caratteristiche uniche del telescopio: «Grande campo di vista, abbinato alla capacità di scorgere oggetti molto deboli grazie ai due specchi principali da 8,4 metri di diametro». Per Ettore Perozzi, responsabile delle operazioni presso il centro dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa) per la sorveglianza dei Neo, il risultato dimostra «come sia di fondamentale importanza riuscire a condurre osservazioni di Neo in tempi molto rapidi, così da 'mettere in sicurezza' la loro orbita e, allo stesso tempo conferma la straordinaria capacità che possiede Lbt di individuare oggetti celesti assai deboli e la cui posizione nel cielo non è nota con sufficiente precisione».
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