ROMA. Il 20% della popolazione sopra i 60 anni soffre di arteriopatia periferica, cioè l'ostruzione delle arterie delle gambe, detta anche la "malattia delle vetrine", perché costringe chi ne soffre a frequenti pause nel mezzo di una camminata.
Questa patologia e' più comune tra le donne e si prevede un aumento della sua incidenza nei prossimi anni. E' quanto emerge al congresso della Siapav, Società Italiana di Angiologia e Patologia Vascolare. "Purtroppo, per quanto riguarda questa patologia, c'è una grossa sottostima oltre che una scarsa consapevolezza - spiega Adriana Visonà, presidente Siapav - eppure l'arteriopatia periferica è facilmente verificabile attraverso un semplice parametro, l'indice caviglia braccio (Abi, nell'acronimo inglese), che consiste nel rapportare la pressione della caviglia a quella del braccio. Con una spesa minima, quindi, si ha un'informazione molto importante sia sulla presenza della malattia, sia sulla sua gravità".
La scelta di combinare tecniche chirurgiche ed endovascolari amplia le possibilità di trattare anche pazienti più fragili, come quelli molto anziani, ma presuppone che il paziente sia gestito da un team multidisciplinare, che metta assieme competenze differenti e decisioni condivise: "Nonostante il progresso, il paziente vasculopatico va affrontato con un team di cui faccia parte l'angiologo, il chirurgo vascolare, e l'emodinamista. È essenziale che queste tre figure lavorino insieme" conclude Visonà.
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