ROMA. All'occhio anziano 'non sfugge nulla' ed è per questo che, paradossalmente, la vista degli anziani può essere più 'confusa': con l'età, infatti, si perde il filtro che consente di selezionare le informazioni visive che giungono al cervello e scartare quelle superflue.
Lo rivela un esperimento condotto presso la Brown University di Providence su 10 anziani e 10 giovani da Takeo Watanabe che spiega: «Sebbene il fatto che il cervello anziano
inglobi più informazioni visive non sia di per sè vantaggioso perchè possibile fonte di distrazione, lo studio indica anche che non è sempre vera l'idea generale che il cervello degli
anziani sia meno flessibile, meno 'plastico', di quello giovane e questa è una buona notizia per gli anziani». L'anziano, è spiegato sulla rivista Current Biology, alla fine è come se vedesse più cose, forse anche più del necessario, e troppe informazioni visive sono spedite al cervello, anche immagini inutili e fonte di distrazione.
I ricercatori hanno condotto un esperimento: anziani e giovani volontari dovevano riconoscere dei numeri su uno sfondo pieno di immagini distraenti. Sullo sfondo, ad esempio, si muovevano dei puntini, o con movimenti casuali o con direzione lineare da destra a sinistra o viceversa. Via via che i test erano ripetuti sia gli anziani sia i giovani miglioravano le proprie performance nel riconoscimento dei numeri. Ma è emerso che gli anziani, ma non i giovani, sono anche capaci di riferire la direzione dei punti, anche se non era loro richiesto di tenere d'occhio i puntini. Gli anziani erano in grado di dire la direzione prevalente dei puntini al momento della comparsa dei numeri a video. Questa informazione, invece, era del tutto ignorata dai giovani.
In un certo senso, quindi, è come se gli anziani vedessero di più e il loro cervello imparasse di più inglobando maggiori informazioni, anche dettagli inutili che l'occhio giovane è in grado di selezionare.
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