NEW YORK. La Federal and Drug Administration prova a mettere a dieta gli americani: dai popcorn al cinema alle catene di ristornanti, dai parchi divertimento ai distributori automatici, tutti dovranno esporre le calorie contenute nei cibi e negli alimenti. Una stretta che porta la lotta all'obesità a un livello più alto, rafforzandola e offrendo ai consumatori stessi uno strumento per essere più attenti alla salute.
La rivoluzione ha grandi implicazioni, almeno a livello potenziale, per la salute pubblica, visto che gli americani consumano un terzo delle calorie fuori casa e gli esperti ritengono che le porzioni sempre più grandi e gli ingredienti non salutari siano fra i responsabili della crescente obesità negli Stati Uniti. Le nuove norme sono state approvate nel 2010 nell'ambito dell'Obamacare ma si apprestano a entrare in vigore solo nel 2015, dopo un duro scontro fra le autorità e l'industria di settore, soprattutto quella della pizza e dei cinema.
Ma alla fine saranno più dure di quanto i 'salutisti' stessi si aspettavano perchè riguarderanno alcuni cibi pronti nei supermercati, i distributori automatici e gli alcolici nei menù, anche se non i cocktail e i drink ordinati al bancone del bar.
«Si tratta di una delle più importanti politiche per la salute pubblica mai passate a livello nazionale», afferma Margo Wootan, direttore delle politiche nutrizioniste del Center for Science in the Public Interest. L'industria invece continua a protestare. «Siamo delusi dal fatto che la Federal and Drug Administration abbia incluso anche i supermercati e gli alimentari, imponendo nuovi pesanti costi sul settore» afferma la National Grocers Association. In molti stati e città americane è già in vigore l'obbligo di esporre le calorie nei menu: negli Stati Uniti McDonald's lo fa. Ma la lobby della pizza, così come quella del cinema, è stata quella che ha combattuto più duramente contro le nuove regole, ottenendo un piccolo risultato, ovvero quello di poter comunicare le calorie per ogni fetta di pizza, della quale sarà la stessa associazione a determinare la grandezza.
In molti plaudono alla stretta sulle calorie, anche se non è ancora chiaro l'effetto che questo potrà avere sull'obesità e sulla salute pubblica. Alcuni studi non hanno mostrato alcun
effetto, altri hanno evidenziato un beneficio. Uno studio del 2008 su 100 milioni di transazioni avvenute da Starbucks mostra un calo del 6% delle calorie assunte da quando il colosso delle caffetterie ha deciso di mostrare ai suoi clienti il contenuto calorico dei loro alimenti preferiti.
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