ROMA. Scoperto un 'gene anti-ictus' grazie ad uno screening genetico mondiale su decine di migliaia di persone: il gene protegge da una delle principali cause di ictus nei giovani e negli adulti di mezza età, ovvero pericolosi danni alle pareti di vasi sanguigni che portano l'ossigeno al cervello, le arterie cervicali. La ricerca, pubblicata sulla rivista Nature Genetics, è stata coordinata da esperti della Royal Holloway, University of London e ha visto coinvolti anche svariati centri italiani tra cui l'Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano, l'Ospedale Gerardo di Milano (Giorgio Boncoraglio, Anna Bersano), l'Università di Perugia - Ospedale Santa Maria della Misericordia (Valeria Caso), l'Università di Brescia (Alessandro Pezzini, Maurizio Castellano).
Il protagonista di questo studio mondiale si chiama PHACTR1, un gene già noto ai medici perché precedentemente collegato a infarto e emicrania. I ricercatori hanno scoperto che una particolare versione di questo gene risulta protettiva nei confronti di un danno vascolare importante che può portare a occlusione di vasi che ossigenano il cervello e, quindi, all'ictus già in giovane età. L'ictus è un incidente che porta a 'soffocamento' e conseguente lesione di un distretto cerebrale per mancanza di ossigeno. È un evento che non risparmia i giovani: su 100 persone colpite da ictus ischemico, 10 hanno meno di 45 anni.
Per questa fascia di età circa un caso su quattro di ictus è da addebitarsi a un danno delle pareti di particolari arterie che ossigenano il cervello, le cervicali. In pratica le pareti di questi vasi si ''sfaldano'' (dissezione) e ciò può portare a ematomi fino alla chiusura del vaso e quindi all'ictus. Gli esperti hanno svolto una mastodontica analisi del Dna confrontando il genoma di 1400 individui reduci da tale danno vascolare con il genoma di 14 mila individui di controllo. Così facendo i ricercatori hanno evidenziato il ruolo protettivo del gene contro lo sfaldamento delle pareti delle arterie cervicali, causa di ictus. La scoperta potrebbe avere importanti ricadute in prevenzione e cura della malattia; il gene potrebbe divenire un ottimo bersaglio di nuove strategie terapeutiche e preventive anti-ictus.
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