Lunedì 25 Novembre 2024

Morbillo, serve il richiamo per il vaccino: l'appello dei pediatri

ROMA. Richiamo per il vaccino contro il morbillo? Per molti genitori non è necessario e i dati nazionali sulla copertura vaccinale per la seconda dose di vaccino sono incompleti e, laddove disponibili, mostrano percentuali inferiori alla prima. Eppure l'8% dei contagiati tra il 1 luglio 2013 e 30 giugno 2014 in Europa, lo è stato perchè ha effettuato una sola dose di vaccino. È l'allarme che arriva da Susanna Esposito, presidente della Commissione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per l'eliminazione di morbillo e rosolia, intervenuta al Congresso Nazionale SIRP (Società Italiana di Ricerca Pediatrica) in corso a Chieti. La vaccinazione trivalente contro morbillo-parotite-rosolia è stata inclusa nel 1999 nel calendario nazionale delle vaccinazioni raccomandate, ma l'adesione non raggiunge gli obiettivi previsti. Sulla prima dose di vaccino, «abbiamo coperture pari all'88%, ben al di sotto dei valori superiori al 95% richiesti dall'OMS. E la percentuale scende ancor di più per la seconda dose, per cui i dati disponibili mostrano coperture di circa l'83%», sottolinea Esposito. In base a quelli relativi al 2011 e diffusi dall'Istituto Superiore di Sanità, solo il 28% delle Asl italiane aveva raggiunto l'obiettivo di copertura per la prima dose e meno del 5% per la seconda. «L'efficacia della prima dose del vaccino - spiega - che va effettuata tra il 12/o e il 15/o mese di vita, è del 95% e in chi risponde alla vaccinazione la protezione è garantita per 5-10 anni. La somministrazione della seconda dose, che è raccomandata all'età di 5-6 anni, porta l'efficacia al 99%, permette di mantenere anticorpi protettivi e stimola una memoria immunologica. Ma spesso viene trascurata pensando che basti una dose sola». Come fare dunque? Servono «più campagne informative e maggiore investimento sulle  strategie di richiamo per sensibilizzare i genitori anche degli adolescenti e ricordare loro che il morbillo, lungi dall'essere innocuo, può associarsi a morte o esiti permanenti». In Italia i contagiati «sono già arrivati a 1.566 da gennaio a fine settembre 2014 e il 20% dei casi registrati nel 2013 ha avuto complicanze di tipo neurologico». Tra le Regioni che registrano più casi, la Liguria con 12,2 per 100.000 abitanti, seguita da Piemonte, Emilia Romagna e Sardegna. L'appello è quindi alla politica: «È fondamentale che in Italia la classe politica dimostri con i fatti - conclude Esposito - il reale interesse per il raggiungimento degli obiettivi stabiliti dall'OMS e condivisi dalle autorità sanitarie di tutto il mondo».  

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