IL CAIRO. Girare l'Egitto in bicicletta era il suo sogno di bambino. Per questo la sua avventura ha inizio proprio nella sua ex scuola, il liceo gesuita nel centro del Cairo. Galal Zekri-Chatila, oggi studente universitario di 21 anni, percorrerà 7000 km in 4 mesi, tra il mar Rosso, l'instabile Sinai, poi a sud nel deserto del Sahara, per risalire sulla costa del Mediterraneo, ad Alessandria fino a Salloum, al confine con la Libia.
L'emozione è grande prima della partenza, ma anche la determinazione. «L'Egitto non è solo il Cairo, con il traffico e lo smog. Ci sono paesaggi mozzafiato e persone meravigliose. Ho deciso di fare questo viaggio per incoraggiare i giovani ad andare a scoprire il loro bellissimo paese e la diversità della sua gente», spiega Galal, per niente preoccupato dalla lunga strada che lo aspetta, anche in zone pericolose, mentre suo padre lo guarda con un pò di ansia.
Così, dopo l'alzabandiera del mattino tra i giovani liceali, Galal comincia a pedalare facendo lo slalom tra le macchine incolonnate all'ora di punta, una mascherina sul volto per proteggersi dall'inquinamento. Un'auto dei numerosi sponsor - anche governativi - lo scorterà fino alle porte della città. Nelle bisacce ha cibo, acqua, una tenda, un telefono satellitare per quando si troverà completamente solo tra le dune, e una videocamera sul manubrio.
Qualche sosta di assestamento, e una volta libero dalle auto, la pedalata accelera a 25 km all'ora. Prima tappa la porta sulla strada verso Ain Sokhna, sul Mar Rosso, dove si fermerà in serata. Lo raggiungono in pullman una settantina di alunni della sua scuola, che inforcano le loro bici per affrontare con lui il primo tratto di strada. Un massaggio alle gambe dai suoi allenatori, che lo hanno preparato per un anno e mezzo, un saluto al padre che lo ha seguito per i primi 35 km e poi via.
Il viaggio su due ruote di Galal verrà seguito passo passo su internet e sui social network, e diventerà un film per promuovere il turismo ecosostenibile in Egitto. Sulla bici sventola la bandiera nazionale. «L'Egitto non è solo quello che dicono i media internazionali, chi non lo conosce dovrebbe venire a vedere», avverte il giovane che per portare a termine la sua missione ha deciso di sacrificare un semestre di studi all'università e di andare incontro al futuro pedalando.
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