ROMA. Ogni anno 300.000 italiani finiscono al Pronto Soccorso per traumi dovuti a sport: in genere sono maschi, giovani e praticano il calcetto, ma sempre più spesso tendinopatie, mal di schiena e traumi agli arti inferiori riguardano anche gli over 50 che riscoprono la voglia di attività fisica, non sempre con la giusta preparazione atletica.
A fornire l'identikit dell'infortunato sportivo, uno studio sulla base di dati forniti da alcune Asl, ospedali e numerosi ortopedici, presentato nel corso del 99 Congresso della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia (SIOT) in corso a Roma fino al 25 novembre.
Spesso però, sottolineano gli esperti, non si tratta di nulla di grave e, su 300.000 infortuni, solo15.000 necessitano di ricovero: una volta in Pronto Soccorso, il 70% finisce in codice bianco, per il 27% sono codici verdi e solo per il restante 3% sono codici gialli o rossi. Quanto alla sede delle lesioni, il 50% interessa gli arti inferiori, il 30% quelli superiori e l'11% la testa.
Sono gli uomini a 'pagare maggiormente per questa 'voglia di sport', visto che l'85% degli infortuni sportivi è a loro carico. Definite anche 'cumulative trauma disorders', le lesioni più frequenti sono caratterizzate da infiammazione, dolore e malfunzionamento di articolazioni, legamenti, tendini, ossa e muscoli coinvolti dalla ripetitività di gesti responsabili di microtraumi continui.
Tra le discipline che più di tutte provocano problemi di questo tipo, fino ad arrivare alla rottura del crociato anteriore del ginocchio, sono il calcetto e il calciotto, soprattutto se giocati su terreno sintetico.
«Questi sport - sottolinea Andrea Campi, presidente del 99 Congresso SIOT - sono caratterizzati da un ritmo più veloce rispetto al calcio normale e da repentini scatti e torsioni. L'80% dei traumi negli sportivi adulti di età compresa tra 25 e 50 anni avviene, oltre che nel calcio, nella pallavolo e nel basket mentre negli sportivi 'anzianì sono dovuti, nel 65% dei casi, a cadute causate da sport come ciclismo o jogging.
"L'età media degli infortunati sportivi - ricorda Campi - è di 20 anni, ma ultimamente si registra una forte la crescita a carico degli over 50«. Pur raccomandata da tutti i medici, infatti, l'attività fisica dopo i 40 anni può comportare rischi per la salute dell'apparato muscolo-scheletrico. Secondo i dati Istat, gli sportivi tra i 55 e i 59 sono passati dal 12,6% del 1995 a poco più del 21% del 2014 e gli oltre 75enni sono praticamente raddoppiati dall'1,3% al 3%. In genere, però non si avvalgono di un preparatore atletico. »Abitudine sbagliata«, sottolinea la SIOT, più frequente tra gli uomini (quasi l'89%) rispetto che tra le donne (circa 43%).
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