ROMA. Le loro merende sono fatte di snack grassi, le loro cene spesso di patatine e bibite gassate. Risultato: anche in l'Italia l'obesità è un'«epidemia» diffusa, in particolare tra i bambini. La quota di adulti italiani sovrappeso ha toccato quota 35,6% per cento nel 2012. Gli obesi sul territorio nazionale invece sono stati oltre 4 milioni 700mila, il 10,4%, più di uno su dieci; in Sicilia il 10,8%. L'Italia, però, occupa uno dei primi posti in Europa nell'indice dell'obesità infantile. Considerando i ragazzi di 13 anni, ad esempio, l'Italia è al quarto posto per numero di bambini in sovrappeso dopo Grecia, Portogallo, Irlanda e Spagna.
Gli ultimi dati del ministero della Salute indicano che il 22,2% dei bambini italiani è risultato in sovrappeso e il 10,6% obeso. Per quanto riguarda le regioni, il dato più allarmante è quello della Campania dove sovrappeso e obesità superano il 27 e il 21 per cento di casi tra i minori. Va meglio in Sicilia anche se resta la sesta regione italiana in cui il tasso di obesità è più diffuso tra i più piccoli, toccando il 13,4 per cento. I bimbi italiani, rispetto ai coetanei europei, sono anche quelli che praticano meno sport in assoluto in tutte le fasce d'età. Il risultato è che tra i 6 e 17 anni il 26,9% è in eccesso di peso, e tra gli 8-9 anni il 10,2% è in condizioni di obesità.
Di riflesso, i medici segnalano i tanti rischi che i chili in più da bambini possono comportare: maggiore rischio di malattie cardiovascolari, diabete, problemi ortopedici, disordini mentali, basso apprendimento a scuola e bassa autostima. Il fenomeno è più concentrato nelle regioni del Mezzogiorno e spesso è collegato con i bassi livelli di istruzione. Tra chi ha i genitori con un titolo di studio medio-alto, la quota di individui con chili in eccesso si ferma al 5 per cento. La percentuale triplica, arrivando a sfiorare il 16%, tra chi ha i genitori con al massimo la licenza elementare.
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