ROMA. Uomini e topi, così simili ma così diversi: il confronto del 'funzionamento' del Dna tra uomo e i roditori usati largamente nei laboratori conferma l'importanza di questi animali come principale modello per gli studi sulle malattie umane ma ne svela anche grandi differenze. Nature dedica ampio spazio, con quattro studi coordinati rispettivamente da Università della California a San Diego, di Washington, Stanford e della Florida, sui progressi ottenuti con Mouse Encode, un progetto che ha messo a confronto per la prima volta il funzionamento dei genomi di uomo e topo. I topi non sono esattamente nostri 'cugini', come possono esserlo invece gli scimpanzè, eppure molte caratteristiche li hanno resi gli animali più adatti per comprendere molte delle malattie che colpiscono l'uomo. Già da alcuni anni è stato 'letto' e messo a confronto il Dna dei topi con il nostro ma solo grazie al progetto Encode è stato possibile capire come i rispettivi genomi 'funzionano', ossia come vengono usate le istruzioni genetiche dall'organismo. Quello che ne è emerso è che larghe porzioni di Dna sono pressochè uguali ma la loro 'espressionè segue percorsi spesso diversi. Qualcosa di simile a due fabbriche in possesso degli stessi strumenti ma che realizzano il prodotto finito, lo stesso, attraverso passaggi diversi. Una scoperta non completamente inattesa ma che permette ora di capire molto meglio le differenze dei meccanismi che avvengono all'interno delle cellule dei topi e degli uomini. «Ora abbiamo un'idea più chiara di dove esattamente siano queste differenze», ha spiegato Bing Ren, dell'Università della California. «Capiamo così - ha proseguito - dove il topo continua ad essere un buon riferimento e forse riuscire a sviluppare un modello migliore».