PALERMO. È la riscossa di ago e filo e, a fare da portavoce a questa rivendicazione pacifica, è stato, persino, Brunello Cucinelli, fondatore del marchio italiano di cachemire noto in tutto il mondo e sinonimo di lusso. Alla trasmissione Report, che ne sottolineava le performance positive, pur restando veramente made in Italy senza cioè delocalizzare, ha proclamato l'importanza di sarte, imbastitrici e ricamatrici specificando che, nella sua azienda, chi armeggia con gli strumenti che danno vita ai capi è tenuto in grande considerazione, anche più degli amministrativi. Una dichiarazione pubblica importante da parte del manager di una realtà produttiva che, in un momento di chiusure, si attesta su grandi numeri.
Affermazione che, peraltro, ben si sposa con la tendenza di riscoprire i lavori artigianali anche nel settore moda e di ostentarli con orgoglio. Non solo disegnatrici e stiliste, che gli abiti e gli accessori li pensano e li firmano, ma adesso in prima fila ci sono anche le mani che li realizzano, sacrificate nell’immaginario collettivo ad un ruolo da dietro le quinte. «Le sarte fino a qualche tempo fa – conclude Cucinelli - non specificavano che lavoro facevano, la sera con gli amici o in discoteca, adesso lo sottolineano con orgoglio». E questa rinnovata dignità, al di fuori dell’azienda, si estende alla società, dove, anche le signore più eleganti, cosiddette di buona famiglia, se prima quando vivevano una grande passione per la moda, la sublimavano facendo shopping o, al massimo, aprendo una boutique, adesso, invece, senza paura di pungersi le mani, si lanciano nella produzione. E, dopo il filone culinario, è diventato bon ton organizzare e seguire corsi di cucito.
Lo fanno anche le mogli dei calciatori: è di alcuni giorni fa, infatti, la notizia di un casting, che si è svolto in un bell’appartamento del centro e che ha coinvolto la Palermo bene, alla ricerca dei volti dei bimbi per celebrare il lancio di Little Jo, nuovo marchio che propone capellini con tessuti originali, colorati e fatti a mano. A realizzarli è la bella Johanna Morganella, trentenne, nata in Svizzera che, da un anno e mezzo, vive nel capoluogo perché è sposata con il giocatore Michel Morganella.
«Dopo la mia laurea in Scienze dell'alimentazione – spiega Johanna -, ho avuto difficoltà a seguire i pazienti a causa dei continui spostamenti dovuti al lavoro di mio marito. A Palermo, ho conosciuto Filippo Calì, un sarto che mi ha insegnato a cucire e, dopo aver seguito i suoi corsi, ho cercato dei tessuti originali per farne dei berretti. Non i soliti blu, rosa e beige onnipresenti nell’abbigliamento dei più piccoli. Con le mie stoffe deve essere un colpo di fulmine, talmente belle da volerle vedere su entrambe le facce del cappello. Ogni mio capo, infatti, è double-face, e chi visiterà il sito potrà sceglierle insieme al modello: corto, lungo, dritto o cascante».
La vendita è solo online, già attivi i profili su Fb (littlejokids ) e Instagram (__littlejo__) di prossima apertura il sito. In base ai tessuti può variare il prezzo, che si aggira comunque sui venti euro. Anche il packaging è molto curato ed il logo ha due simboli: uno invernale che rappresenta un coniglio ed un uccellino in estate, entrambi spuntano da una scatola che si apre come una busta da lettere, in stile origami.
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