ROMA. "Non sono ricaduto nel gioco d'azzardo. Questa volta il gioco non c'entra" . Intervistato da Paola Perego a Domenica in su Rai1, Marco Baldini chiede di chiarire sulle notizie uscite negli ultimi giorni dopo la sua separazione lavorativa da Fiorello.
"Non sono una vittima, non rischio la vita, è una questione di dignità". Mentre spiega di vergognarsi "moltissimo" di quello che ha fatto e lancia un appello: "Chiedo solo lavoro, un'opportunità, so fare tante cose, in vita mia ho fatto tanti mestieri, sono disponibile mi rimbocco le maniche". In un lungo sfogo lo showman ribadisce che l'attuale forte difficoltà non è frutto di una ricaduta nel gioco compulsivo, bensì "di una crisi che non è stata mai sanata".
Debiti, insomma, di cui non vuole svelare l'entità ("Ho letto 4 milioni di euro, per carità, è molto, molto meno") ma che ancora pesano e condizionano pesantemente la sua vita, al punto che si sveglia ogni giorno alle 5, "perché fino alle 7 non ricevo telefonate, non ho l'assillo e mi sembra di vivere una vita normale". "Ma io non sono una vittima - ripete- le vittime semmai sono quelli che mi hanno prestato i soldi e che non sono da demonizzare".
Mentre rivela che tra gli amici generosi con lui ci sono anche Magalli ("Te li restituirò" promette in diretta) Gianfranco Monti e Linus. Ma allora, gli chiede Paola Perego, perché lasciare il lavoro con Fiorello? "perché non riuscivo più a far bene il mio lavoro e poi l'atmosfera era talmente calda che qualcuno poteva anche venire a fare una piazzata. Ho preferito fare uno stop, meglio non mettere a rischio le persone che lavorano con me". Da Fiorello però, ribadisce Baldini, "nessuno mi ha detto vattene. E' stato uno scrupolo mio. Fiore ha fatto di tutto per convincermi a rimanere".
Non ha lasciato, invece, il suo altro lavoro, in una radio: "Lì è un bunker, ci sono le telecamere, non viene nessuno. La gente i guai non li vuole e non li voglio portare nel luogo di lavoro". Jeans scuri, maglione nero e codino, Baldini sorride con malcelato imbarazzo e racconta di aver fatto soffrire molte persone, dalla moglie Stefania ("la cosa che più mi addolora") a "tanti amici che hanno avuto fiducia e che io non ho ripagato"). Poi spiega come è riuscito a smettere di giocare ("E' come smettere di fumare, l'imput è arrivato quando ho vinto alla Fattoria").
Quindi l'argomento torna sui problemi di oggi: "Non ho paura per me, ho paura per le persone che mi vogliono bene. Ho paura di non poter risolvere le cose". E il futuro? "Non faccio progetti, non so mai cosa accadrà domani". Dal pubblico, Jo Squillo lancia l'idea di un evento per raccogliere fondi in modo da poter definitivamente sanare il debito. Lui ringrazia, ma spiega di puntare su un lavoro. "Se avrò l'occasione di nuovo, se riuscirò a risolvere i problemi e avrò più disponibilità di quella che mi serve per vivere, mi metterò al servizio degli altri, magari in Africa".
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