ROMA. È ritornata la più grande macchia solare degli ultimi 25 anni. Siglata con AR12192, la macchia è di nuovo visibile, anche se la sua attività appare più moderata rispetto alla sua prima comparsa, che risale a metà ottobre, quando aveva generato intense eruzioni. Il punto «non è tanto prevedere se ci sarà o meno un'eruzione solare, quanto riuscire a comprendere quali siano le
caratteristiche che permettono di stabilire subito se l'eruzione avrà un impatto sulla Terra», spiega Vincenzo Carbone, presidente del primo gruppo di lavoro italiano dedicato alla meteorologia spaziale, lo Swico (Space Weather Italian Community) e docente di Fisica dei sistemi complessi nell'università della Calabria. Fra gli obiettivi dello Swico c'è la realizzazione entro il 2016 del primo servizio di 'meteo spaziale' in Italia.
Compito di iniziative come questa è riuscire a dare in tempo utile l'allerta nel caso in cui le particelle liberate dall'attività solare possano colpire la Terra, causando tempeste geomagnetiche capaci di danneggiare i satelliti per le telecomunicazioni o di provocare blackout elettrici. Oltre a tenere d'occhio il Sole, obiettivo del servizio sarà controllare le possibili minacce che potrebbero arrivare da detriti spaziali e asteroidi che rischiano di incrociare l'orbita della Terra.
«Siamo una società molto dipendente dalla tecnologia spaziale» sottolinea Carbone. Basti pensare, aggiunge, che l'intensa tempesta geomagnetica accaduta nel 1859 allora causò solo spettacolari aurore e problemi ai telegrafi ma oggi provocherebbe, solo negli Stati Uniti, danni per 2.000 miliardi di dollari, fra guasti alla rete elettrica e ai satelliti per le telecomunicazioni. «Sapendo in anticipo che sta per arrivare una tempesta geomagnetica, per non subire danni - rivela l'esperto - basta spegnere i dispositivi interessati».
Ovviamente non si può spegnere una centrale elettrica ogni volta che c'è il rischio di una tempesta geomagnetica ma, aggiunge, «possiamo concentrarci solo sugli eventi potenzialmente più dannosi e monitorali». Inoltre, aggiunge, la rete di esperti italiani che fa parte di Swico, intende intensificare gli studi sui fenomeni solari, come eruzioni e l'emissione di bolle di gas dalla corona, attualmente imprevedibili, per comprendere se ci siano 'spie' che possano annunciarli.
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