ROMA. Per alleviare almeno un po' i rischi e le preoccupazioni di chi mangia troppe patatine fritte è in arrivo una nuova patata Ogm, ottenuta da geni di diverse specie di questo tubero. La Innate Potato, appena approvata dal dipartimento per l'Agricoltura Usa, continuerà a fornire un po' troppe calorie, ma almeno produrrà meno acrilamide, un composto cancerogeno che si sviluppa durante la frittura.
La Innate Potato contiene frammenti di Dna che 'silenziano' quattro geni legati alla produzione di alcuni enzimi. L'allarme sull'acrilamide viene da diversi studi, alcuni dei quali anche condotti dall'Istituto Superiore di Sanità italiano, che hanno portato proprio l'Fda americana ad emettere un 'warning' circa un anno fa. I test sulla sostanza sono stati condotti finora solo su animali, ma i risultati, che oltre al rischio cancro parlano anche di neurotossicità, sono ritenuti sufficienti quantomeno a sollevare il problema.
Oltre a limitare la produzione di acrilamide, la patata Ogm resiste alla formazione di chiazze marroni che può avvenire durante la lavorazione, uno dei problemi più frequenti che porta
alla non commerciabilità del prodotto. L'ultimo tentativo di introdurre una patata Ogm negli Usa, da parte della Monsanto che aveva prodotto una varietà resistente a un parassita, si era però scontrata con l'ostilità del mercato.
''Stiamo usando geni sempre provenienti dalla patata - spiega Haven Baker, responsabile del progetto alla Simplot, l'azienda produttrice - perché crediamo che possa essere accettata più facilmente''. L'approvazione del Dipartimento dell'Agricoltura implica che la nuova patata non è un pericolo per le altre coltivazioni, mentre quella dell'Fda, che secondo il comunicato del gruppo dovrebbe essere scontata e arrivare già nei prossimi giorni, certificherà la sicurezza per i consumatori.
Simplot, uno dei principali fornitori di McDonalds, dovrebbe mettere in commercio piccole quantità della patata entro l'estate per verificare l'accoglienza da parte del mercato. Alcuni gruppi contrari agli Ogm hanno già iniziato però a fare pressione perché non venga adottata, puntando il dito sul metodo utilizzato per la produzione, chiamato 'Rna interference'. "'Pensiamo che sia prematuro approvare una tecnologia che non è stata adeguatamente regolata - afferma un attivista del Center for Food Safety al New York Times - siamo pronti a ricorrere in tribunale contro l'approvazione''.
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