Si trovano sui mercati virtuali dell'usato a poche centinaia di euro. Basta digitare su Google «cinquantino vendesi». Cliccando invio compaiono oltre 106 mila risultati: Ciao, Sì, Boxer (tutti casa Piaggio), ma anche Garelli. Sono nomi che oggi dicono davvero poco alle nuove generazioni.
Ma per chi aveva in tasca i gettoni per la cabina telefonica, il ricordo del «cinquantino» è ancora ricoperto da un alone teneramente romantico. Gli antenati, non troppo lontani, dei più moderni scooter sembrano conservare anche nel nome stesso l'odore di libertà. La libertà di muoversi, di incontrare e, perché no, anche sognare. Il «cinquantino» è in qualche modo il volto di una generazione che ha vissuto un'iniziazione collettiva a base di vento nei capelli.
Ma cambiano i tempi e cambiano anche i mezzi di trasporto. A parlare sono i dati. Continua, infatti, il crollo dei «cinquantini» che lo scorso mese di maggio erano calati del -27,3% rispetto all'anno precedente. Una discesa continua se si considera che nel 2013 si è registrato un magro bilancio d'immatricolazioni. Per il quinto anno consecutivo il segno rosso ha posto un sigillo sul mercato delle due ruote, bassa cilindrata. Lo scorso anno sono state 31mila le registrazioni di scooter 50. Facendo un raffronto con il 2012 il dato è in netto calo: -35,1 per cento. Con un salto di dieci anni, dal 1998 al 2008, si è passati da 685 mila a 123 mila pezzi. Complici diversi fattori. Primo fra tutti quello legato ai costi. Oltre all'acquisto del mezzo ci sono le spese per il patentino, c'è l'inevitabile bollo e ci sono anche, tasto più dolente, le tariffe assicurative cui far fronte.
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