ROMA. L'Italia torna a essere un Paese di migrazioni interne: oltre un milione e mezzo di persone nel 2012 hanno cambiato il proprio comune di residenza. Rispetto alle migrazioni storiche della seconda metà del secolo scorso, però, le più potenti 'calamite' non sono Piemonte e Lombardia ma Emilia-Romagna e Trentino, mentre la Campania è la regione dalla quale si parte di più. E' quanto emerge dal primo Rapporto sulle migrazioni interne realizzato dall'Istituto di studi sulle società del Mediterraneo del Cnr.
Il rapporto evidenzia l'altissima mobilità degli stranieri, sono oltre 250 mila a spostarsi, e l'importanza delle politiche pubbliche nel definire gli spostamenti. La regione Emilia-Romagna è quella che attrae più persone in rapporto agli abitanti, e viene scelta come meta privilegiata sia per le sue opportunità lavorative, sia per la qualità dei servizi che offre.
A spostarsi sono soprattutto gli stranieri, e in particolare le donne tra i 50 e i 64 anni, che presentano tassi di mobilità elevatissimi, legati al lavoro di cura e domestico. Un altro comparto in cui la manodopera migrante è determinante è l'agricoltura, coinvolgendo Campania, Calabria, Puglia, Sicilia e Piemonte. Le migrazioni coinvolgono poi insegnanti e studenti fuorisede. Il volume verrà presentato domani, mercoledì 5 novembre, presso la sede centrale del Cnr a Roma.
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