Venerdì 22 Novembre 2024

La donna siciliana vive più a lungo degli uomini ma si ammala di più

PALERMO. La donna siciliana vive più a lungo degli uomini (83,4 anni contro i 78,7 dei maschi), ma si ammala anche di più. Nelle statistiche siamo in fondo alla classifica. Va peggio solo in Campania (83 anni) e la Sicilia è al di sotto della media nazionale che si attesta a 84,5 anni. Gli uomini siciliani vivono in media 78,7 anni contro i 79,4 della media nazionale. La speranza di vivere in buona salute della donna siciliana è di 6 anni e mezzo una volta compiuti i 65 anni. Il dato degli uomini è di 7,9 anni. È questo il quadro venuto fuori nel corso della tavola rotonda sul tema "Salute e benessere della donna", che si è svolta nella Sala Gialla del Palazzo dei Normanni di Palermo, nell'ambito del convegno nazionale dal titolo "Innovazioni terapeutiche nella pratica clinica endocrino ginecologica e ostetrica". Tra le patologie che colpiscono maggiormente le donne che vivono nell'Isola ci sono le ischemie del cuore: 478 casi per 100 mila abitanti contro una media nazionale che si ferma a 344 casi. I dati peggiori, ancora una volta, si registrano in Campania. Incoraggianti, invece, i numeri sull'incidenza dei tumori maligni nella popolazione femminile siciliana: 284 casi per 100 mila abitanti. È il dato più basso d'Italia, ben al di sotto delle regioni del Nord Italia che contribuiscono a fare schizzare la media nazionale oltre i 400 casi per 100 mila abitanti. Negli ultimi anni, però, in virtù della globalizzazione stiamo perdendo il vantaggio sulle regioni settentrionali. Complici soprattutto le abitudine negative, tra cui il fumo che ha segnato l'incremento dei tumori al polmone. Decisiva resta l'attività di prevenzione. Ad esempio gli screening, sempre più capillari, hanno diminuito l'incidenza dei tumori mammari. "La medicina ab origine ha avuto un'impostazione androcentrica - spiega il ginecologo Domenico Gullo - relegando la salute femminile agli aspetti riproduttivi. Gli studi clinico farmacologici sono stati compiuti sugli uomini adattandone i risultati alla donna senza considerare che le peculiarità anatomo-funzionali-ormonali influenzano l'insorgenza e l'evoluzione delle malattie".

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