CATANIA. Il 60% degli italiani pratica uno sport, ma di questi soltanto il 45% ha un esperto di riferimento: un medico o un allenatore. Quindi più della metà di coloro che fanno attività sportiva improvvisa senza il parere di un esperto. Tra le persone sedentarie, che invece non fanno nessun tipo di attività sportiva (il 40%), solo il 21% non ha nessuna voglia di muoversi, mentre il 47% si dice possibilista all'idea di vincere la pigrizia. Il dato più significativo è che il 30% dei sedentari comincerebbe a fare attività fisica se avesse i consigli giusti da un esperto. È quanto emerge dalla ricerca Sport, medicina e società italiana del Censis presentata da Giuseppe De Rita alla giornata inaugurale del 34esimo Congresso nazionale della Federazione medico sportiva italiana in corso a Catania. Per il 42,5% degli italiani la finalità dell'organizzazione sportiva consiste nel migliorare la salute collettiva: una percentuale quasi doppia rispetto a chi ritiene che l'obiettivo sia quello di creare nuovi campioni (24%), mentre il 27% si aspetta che contribuisca a rafforzare la coesione sociale. "Oggi lo sport è il più importante strumento con cui il soggetto regola il rapporto con se stesso - commenta Giuseppe De Rita, presidente del Censis - e se l'individualismo ci ha insegnato ad avere un rapporto con noi stessi a volte sregolato, lo sport è diventato invece il più comune ambito di regolazione tra il nostro soggettivismo che ci spinge a volere tutto e subito, senza sforzi e senza conseguenze, e la realtà oggettiva del nostro organismo, con i suoi tempi, i suoi cicli, le sue fragilità e le sue esigenze di cura e rispetto. La sedentarietà - conclude De Rita - è la malattia del secolo, perché è la patologia dell'individuo che, chiuso nel suo soggettivismo, per non scontrarsi coi suoi limiti nemmeno conosce le sue potenzialità".