Lunedì 23 Dicembre 2024

Tumori, si muore meno dove si fanno più interventi chirurgici

ROMA. Dove si fanno un numero maggiore di interventi si hanno esiti di cura migliori. Nel Pne viene però rimarcato che per i tumori di colon, polmone, mammella e stomaco sono ancora molte le strutture con bassi volumi (il dato non riporta l'attività per singola Unità di cura complessa ma identifica solo le strutture). Nel 2013 in Italia, 805 strutture ospedaliere hanno eseguito interventi chirurgici per tumori del colon; tra queste, 106 (il 13,2%) hanno presentato un volume di attività superiore ai 50 interventi annui (la mortalità a 30 giorni diminuisce decisamente nelle strutture dove si effettuano più di 50-70 interventi annui). Per il tumore al polmone solo il 16% delle strutture (36 su 231) ha registrato volumi di attività superiore ai 100 interventi annui (anche in questo caso la mortalità a 30 giorni diminuisce laddove si fanno più di 50-70 interventi annui). Per il tumore alla mammella, le linee guida internazionali fissano lo standard di qualità minimo in 150 interventi annui. In Italia solo il 13% delle strutture (98 su 761) ha avuto volumi superiori ai 150 interventi l'anno. Per il tumore allo stomaco, invece, la mortalità a 30 giorni dopo l'intervento diminuisce decisamente negli ospedali dive si eseguono più di 20-30 interventi l'anno, ma nel nostro Paese solo 108 su 662 strutture ospedaliere che eseguono l'operazione fanno più di 20 interventi annui (il 16%). In ogni caso, sottolinea il Focus di Agenas «le conoscenze scientifiche, da sole, non consentono di identificare per gli indicatori di volume un preciso e puntuale valore soglia, minimo o massimo. Alla scelta di 'volumi minimi di attività'» al di sotto dei quali non deve essere possibile erogare specifici servizi nel SSN devono necessariamente contribuire, oltre alle conoscenze sul rapporto tra efficacia delle cure e loro costi, le informazioni sulla distribuzione geografica e accessibilità dei servizi.

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