ROMA. I genitori italiani si dicono abbastanza soddisfatti della qualità del cibo offerto nelle mense scolastiche. Con un voto più che buono (7.1 su 10), papà e mamme hanno confermato che i pasti dati ai loro figli sono di qualità. Soddisfazione anche per la pulizia all'interno delle aree dove si prepara il cibo e si mangia (7.6). È quanto emerge da una ricerca, realizzata da Ipsos per l'organizzazione internazionale Actionaid.
Ma se il giudizio sulla qualità è mediamente buono, non altrettanto si può dire degli sprechi nelle mense dei figli: i genitori interpellati danno un voto poco più che sufficiente (6.7) ed esprimono non poche perplessità. Circa 380 milioni di pasti vengono serviti ogni anno nelle scuole elementari e medie inferiori, 2 milioni ogni giorno, per un fatturato di 1,3 miliardi di euro annui. Non esistono però dati nazionali sugli sprechi alimentari nelle mense scolastiche, anche se, secondo alcune rilevazioni, circa il 10% dei pasti serviti (pari a 87 mila tonnellate di cibo) sono eccedenze, delle quali l'85% è totalmente sprecato.
Sulle tipologie e la qualità del cibo servito in mensa, l'89% dei genitori ritiene che i figli consumino frutta e verdura di stagione a scuola, mentre cala vistosamente il gradimento ad alimenti come surgelati (54%) o scatolame (38%). Ancora meno sono i genitori in grado di dire se cibi biologici (38%), prodotti equo-solidali (44%) o prodotti Dop (46%) raggiungono il piatto del figlio a scuola. «Actionaid ha deciso di intervenire nella realtà scolastica, promuovendo con forza la lotta agli sprechi, coinvolgendo alunni, insegnanti e genitori in attività di formazione su stili alimentari nel rispetto della salute e delle risorse disponibili» commenta il segretario generale di Actionaid, Marco De Ponte.
Anche quest'anno, attraverso la campagna Operazione Fame, in occasione della Giornata mondiale dell'alimentazione, l'organizzazione entrerà nelle mense scolastiche di decine di istituti italiani, promuovendo una serie di iniziative ed eventi che avranno come protagonista il simbolo della campagna, un cucchiaio bucato, teso a testimoniare l'inutilità dello strumento senza la possibilità di un accesso equo alle risorse, e a trasferire ai bambini l'importanza delle proprie scelte alimentari, indirizzandoli verso un consumo sano e sostenibile, nel rispetto del proprio territorio e delle disparità globali.
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