ROMA. «Se devo prendere nel mio staff qualcuno non guardo il sesso, ma il talento, la mano nel disegnare. Di certo non le quote rosa. Il computer è utile per vedere dieci modelli in colori diversi in pochi minuti, ma la creatività si vede dalla manualità. E poi dico umiltà. Vedo in platea Anna Fendi, il mio inizio di carriera è stato lì ed è stata una grande scuola di comportamento dove ho imparato a stare al mio posto, l'umiltà e l'educazione nel lavoro». Sono questi i criteri con cui Frida Giannini, direttore creativo di Gucci, seleziona i giovani che lavorano con lei nell'ufficio stile, che per ora sono 60. È la stessa creatrice che firma tutte le linee della griffe del lusso a rivelarli, nel partecipare alla conclusione dei festeggiamenti del 50esimo dell'Accademia di Costume e Moda, nella sua sede sul Lungotevere. La stilista ha frequentato l'Accademia di Moda venti anni fa dopo il liceo classico e continua ad avere un legame stretto con l'istituto: «il 20% del mio staff sono ex compagni dell'Accademia - ammette - e l'ufficio stile di Gucci, che io ho voluto a Roma e non a Firenze, perchè qui trovo più stimoli nella creatività e maggiore libertà, è a due passi da questa sede. Quando frequentavo la sede era da un'altra parte». «Certo che la scuola è importante - prosegue Frida nei suoi consigli ai giovani stilisti in erba della scuola tutti assiepati sulle scale del villino - all'Accademia ho imparato materie tecniche, io che venivo dal liceo classico e non sapevo da dove cominciare, e materie formative, come l'arte, la merceologia, la storia del costume, del teatro. In Accademia ho imparato a lavorare in gruppo. Ricordo quanto erano formativi i final work, dove tutti lavoravamo sulle scale, in terrazza, chi tagliava, chi dipingeva. S'impara a lavorare in gruppo, a condividere, ed è molto importante». Ad intervistare la stilista per l'evento che vede anche la presentazione di un libro sulla storia dell'Accademia di costume & Moda (1964 - 2014) è Cinzia Malvini, giornalista del programma Moda di La7. Mentre nel parterre, oltre a tanti ex allievi di successo della scuola, tra i quali anche molti giornalisti di moda, si nota la presenza di Beppe Modenese, presidente onorario Camera Nazionale della Moda Italiana, Andrea Boragno, presidente di Alcantara spa, lo stilista Roberto Capucci, Piero Tosi, Maurizio Millenotti, Bruno Piattelli, che hanno contribuito alla realizzazione del libro a cura di Maria di Napoli Rampolla e del giornalista di moda ex allievo Antonio Mancinelli.