OLBIA. «Metteremo in atto tutte le possibili azioni giudiziali a tutela dei loro diritti violati e ci riserviamo di portare avanti interventi di natura risarcitoria nei confronti di tutti i responsabili ove gli esemplari sequestrati dovessero patire maltrattamenti di ogni sorta», a parlare sono gli avvocati del Circo Martin, Francesco Mocellin e Valentina Nichele, finito tra agosto e settembre sotto i riflettori della cronaca per il sequestro di 16 animali disposto dalla Procura di Tempio Pausania in seguito alla denuncia per maltrattamenti presentata dalla Lega antivivisezione. I carabinieri avevano eseguito a fine agosto il provvedimento di sequestro degli animali del circo itinerante appena arrivato ad Arzachena. Un leone, dieci cavalli, due ippopotami, due dromedari ed un elefante erano stati affidati al legale rappresentante del Martin Show, ma da allora non possono essere utilizzati negli spettacoli. Ora i legali parlano di «campagna persecutoria messa in atto dalla Lega Antivivisezione», una campagna che ha come unico scopo «l'attacco al Circo Martin, agli altri addestratori coinvolti e all'attività circense in generale non certo il benessere degli animali». I legali ricordano i «ripetuti accertamenti veterinari sugli animali con metodi invasivi e traumatici cercando di ottenere riscontri oggettivi del maltrattamento», esami che starebbero «determinando uno stato di stress e di tensione negli animali che certamente non sarà privo di conseguenze per la loro salute», e tra l'altro eseguiti «senza contraddittorio tra le parti, ovvero senza che gli indagati fossero in grado di nominare un loro consulente».