BARI. Vietato avere piercing, tatuaggi e più di 35 anni. Chi non è in possesso dei requisiti, se ne torna a casa. Proprio come chi non rispetta la puntualità. Mentre il mercato del lavoro in Italia stenta a decollare, i giovani provano a spiccare il volo con la compagnia Etihad che da Bari, ha aperto le selezioni per gli steward e le hostess che cercherà in sei città italiane fino al prossimo 15 ottobre. La compagnia aerea di Abu Dhabi, da poco azionista di Alitalia, ha praticamente blindato le prove che in un hotel del capoluogo pugliese hanno affrontato circa 50 aspiranti assistenti di volo. «Ci è stato vietato di rilasciare dichiarazioni», spiega il personale Etihad: «Se parliamo rischiamo di perdere il lavoro». Insistendo è possibile avere solo qualche precisazione, come il fatto che «le selezioni non hanno nulla a che fare con la compagnia di bandiera italiana e chi le supera lavorerà negli Emirati Arabi». Mentre sui numeri che Etihad intende arruolare, lo staff non ha dubbi: «Quante più persone possibile». Quel che è certo, è che per solcare i cieli a bordo dei velivoli arabi bisogna proprio essere all'altezza: «Appena siamo arrivati - dice Raffaella, 26 anni, di Barletta - ci hanno fatto togliere le scarpe per vedere se, in punta di piedi e con le braccia tese, raggiungessimo quota due metri e dieci centimetri». «Sono tornata apposta per la selezione - racconta - ma sono arrivata poco dopo il termine per la registrazione e, nonostante li abbia implorati, non c'è stato verso di convincerli». I test, spiegano i candidati nelle pause da cinque minuti tra una prova e l'altra, mirano soprattutto a «capire la bontà del nostro inglese e le nostre capacità relazionali». E se chi, come la 23enne Loubna ha origini marocchine e parla molto bene anche l'arabo e il francese, c'è chi, come il pugliese Luca, «spera basti un livello base di inglese per andare avanti». Chi supererà tutte le prove, che si chiudono con un colloquio faccia a faccia con lo staff Etihad, riceverà una mail di conferma, entro una settimana, per poi volare ad Abu Dhabi e immergersi in un corso di due mesi. «Speriamo solo - dicono alcuni - non sia a pagamento come quello di una nota compagnia low cost». Ma Etihad pare abbia già assicurato che «vitto e alloggio sono a carico dell'azienda». Intanto, molti aspiranti steward e hostess, che «sognano questo lavoro da bambini», confessano di aver saputo delle selezioni «attraverso il passaparola di amici già inseriti in un'altra compagnia araba: in effetti - dicono - sono state poco pubblicizzate». Le prossime, comunque, si terranno a Milano, Catania, Firenze, Bologna e Venezia.