ROMA. C'è anche lo zampino del batterio intestinale dell'Escherichia coli nella genesi di disturbi alimentari quali anoressia e bulimia. Il batterio rilascia una proteina (ClpB) che «scombussola» il senso di sazietà portando a digiunare o ad abbuffarsi. La scoperta è il frutto di uno studio dell'Inserm-Università di Rouen basato su esperimenti sia su animali sia su pazienti che potrebbe avere importanti ricadute cliniche nella gestione di queste malattie. Pubblicato sulla rivista Translational Psychiatry, lo studio è stato diretto da Pierre Dèchelotte che spiega: «Se riuscissimo a sviluppare un test del sangue per scovare la presenza di ClpB, con un prelievo si potrebbero caratterizzare meglio i pazienti con disturbi del comportamento alimentare e trovare anche delle terapie adeguate in grado di neutralizzare ClpB». Gli esperti hanno scoperto in studi su topolini che la proteina batterica ClpB somiglia a una molecola prodotta dal corpo umano fondamentale per regolare il senso di sazietà, la melanotropina. Questa somiglianza è la chiave di tutto perchè gli anticorpi che entrano in azione contro ClpB attaccano anche la melanotropina e sconvolgono la regolazione del senso di sazietà portando a disfunzioni del comportamento alimentare. Gli esperti hanno infatti visto che dando a topolini dei 'fermenti' contenenti ceppi di Escherichia coli che producono ClpB, il senso di sazietà degli animali ne risulta alterato; non così se i topi ricevono ceppi di E.coli incapaci di produrre ClpB. Inoltre in uno studio su 60 pazienti i ricercatori francesi hanno visto che i livelli di anticorpi contro ClpB e melanotropina nel sangue di questi soggetti sono eccessivi.