PALERMO. Si e' chiusa con un nuovo record la 17/esima edizione del Cous Cous Fest, il festival internazionale dell'integrazione culturale, organizzato dal Comune di San Vito Lo Capo in collaborazione, da oltre dieci anni, con l'agenzia di comunicazione Feedback. Anche quest'anno la rassegna, che si e' conclusa domenica a San Vito Lo Capo, ha registrato un incremento dei biglietti di degustazione venduti durante la settimana, passati da 44 mila a circa 46 mila e 400. "Un bilancio piu' che positivo - commenta Matteo Rizzo, sindaco della cittadina - che ha visto anche quest'anno la nostra cittadina letteralmente invasa da turisti, nonostante le enormi difficoltà finanziarie che abbiamo dovuto fronteggiare per l'organizzazione. Ristoranti, hotel e bed and breakfast hanno registrato il tutto esaurito".
A San Vito Lo Capo, in occasione del Cous Cous Fest, sono arrivati numerosi ospiti, da Pino Daniele ad Irene Grandi, da alcuni dei maggiori chef italiani come Gennaro Esposito, Claudio Sadler, Stefano Cerveni e Giancarlo Morelli ai Tinturia, da Chiara Maci di La 7 allo chef Filippo La Mantia, da Andy Luotto a Federico Quaranta del duo di Decanter, Fede&Tinto. Il programma ha visto alternarsi degustazioni d'autore, lezioni di cucina e momenti culturali con i talk show dedicati alla "gastromania", raccontata dal professore Gianfranco Marrone, autore dell'omonimo libro edito da Bompiani, alla solidarieta', con la presenza di Gino Strada, fondatore di Emergency, all'immigrazione con le voci di Carlotta Sami, portavoce per il Sud Europa dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), di Marco De Ponte, segretario generale Actionaid Italia e di Stefano Di Carlo, responsabile operazioni di Medici senza Frontiere in Italia. Per una settimana nella cittadina del trapanese e' andata in scena una festa non solo di musica, degustazioni e spettacoli ma anche di culture.
E' anche attraverso il cibo, infatti che popoli, religioni e etnie diversi possono stare insieme e nutrirsi reciprocamente attraverso lo scambio e il confronto. E' la "magia" del cous cous, piatto povero nato nei deserti del Maghreb, diventato a San Vito Lo Capo simbolo di pace e integrazione. E per citare qualche numero oltre 9 mila litri di vino siciliano sono stati consumati al villaggio gastronomico, insieme a 2 mila litri d'olio, 6 tonnellate di semola di grano duro e 46 mila porzioni di dolce siciliano tra cassatelle, cannoli e sfince.
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