Non solo un gigante della terraferma, ma anche un nuotatore provetto: lo spinosauro ci sorprende a dieci anni dalla sua scoperta.
A rivelarlo una pubblicazione su Science firmata Samir Zouhri dell'Università di Casablanca, Nizar Ibrahim e Paul Sereno dell'Università di Chicago e frutto di una spedizione finanziata dalla National Geographic Society. E di cui ha fatto parte anche un team di ricercatori italiani: Simone Maganuco e Cristiano Dal Sasso (conservatori presso il Museo di storia naturale di Milano), Matteo Fabbri (paleontologo all'Università di Bristol) e Dawid Iurino della Sapienza di Roma.
Sono stati gli scavi in Marocco a portare al ritrovamento dello scheletro più completo di sempre, risalente a ben 95 milioni di anni fa.
L'importanza della scoperta sta nel fatto che si tratta del primo esemplare del quale, grazie ai fossili e a diversi altri esami specifici, si è veramente potuta appurare la doppia vita, terrestre ed acquatica. Anzi, più acquatica che terrestre.
Una caratteristica vela sul dorso (formata da spine lunghe due metri), gambe piccole e robuste, muso da coccodrillo, 15 metri di lunghezza (ben tre in più del ferocissimo Tirannosauro) per venti tonnellate di peso, e 30 lunghi denti affilatissimi di forma conica per uccidere e squarciare anche squali e coccodrilli: lo Spinosaurus aegyptiacus (questo il suo nome scientifico) era un temibile predatore e abitava in Africa settentrionale.
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