Lunedì 23 Dicembre 2024

Allarme uccelli: una specie su otto rischia di scomparire uccisa dai veleni

PALERMO. Il romanzo nero del DDT spruzzato a difesa degli umani e insediato in animali o piante che poi gli umani mangiano, questa storia circolare che ha portato alla cacciata del DDT quarant'anni fa in Usa e poi in tutto il mondo, si ripete oggi con altri protagonisti, con una nuova classe di pesticidi (neonicotinoidi) ed altri agenti di pericolo. Racconta i rischi umani collegati al declino delle popolazioni aviarie e parla di uccelli che non cantano più come nelle parole dei poeti. E oggi che gli organofosfati del DDT non sono più in libera circolazione, restano nei neopesticidi tutte le sue eredità al veleno: anche per questo, insieme a fattori ambientali, una specie di uccelli su otto delle oltre tremila esistenti è a rischio di estinzione.
Per questo i pettirossi cadono morti in qualche parte del mondo vicino alle fabbriche, o a St. Louis, nel Michigan, vicino a un vecchio impianto chimico, dove si trovano come foglie a terra avvelenati dal vecchio e ancora attivo DDT. Stanno scomparendo anche gli uccelli con i colori in testa, i Pulcinella di mare che nei mesi estivi vivono sulle scogliere dell'Atlantico del Nord, con le colonie delle urie. O i grifoni in Sicilia, campioni di volo a vela con aperture alari di oltre tre metri. Tenuti in alto dalle correnti d’aria fino a 3 chilometri sopra le rocche di Alcara Li Fusi, dove vivevano fino a pochi anni fa (e oggi con un tentativo di rinascita per i grifoni in un progetto del Parco dei Nebrodi). Cacciatore e mangiatore di carogne, il grifone è morto e si è estinto anche per cause indirette, a causa dei bocconi avvelenati che sempre più spesso venivano indirizzati alle volpi.
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