PALERMO. «Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma»: chissà se il chimico francese Lavoisier ha mai pensato che il suo famoso motto potesse applicarsi anche...alla pipì. Già, perché nell'era della green energy, l'energia a impatto zero sull'ambiente, i nostri «bisogni» non potevano proprio mancare: e così la britannica BioEnergy Team di Bristol ha appena brevettato la bio-pila ad urina. Ioannis Ireopoulos, responsabile del progetto, afferma che l'ottimo funzionamento della pipì dipende dalle sue caratteristiche ideali. Prima fra tutti la scarsa concentrazione di materia organica, seguita dalla giusta conduttività elettrica e dal perfetto livello di acidità: questo mix, consente ai batteri di lavorare nei giusti tempi. È stato infatti riscontrato come, con altri tipi di rifiuti più abbondanti in principi nutritivi, i batteri si «saziavano» troppo velocemente, dando esito a scarsi quantitativi elettrici. Il «trasformatore» si compone fondamentalmente di una cella a combustibile piena di microbi in grado di mutare la pipì: da questo processo si sviluppano elettroni che, a loro volta, tramite gli elettrodi, sono incanalati in un circuito esterno come forma di energia elettrica.
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